VERSO IL VOTO

Damilano teme il rinvio del voto

L’aspirante sindaco della Lega, a Torino, si schiera contro lo slittamento delle elezioni comunali: “Così penalizziamo i progetti e ci limitiamo all’ordinaria amministrazione”. Partito troppo presto, e ancora senza l'incoronazione ufficiale, rischia di arrivare spompo

“Si fa strada l’ipotesi di uno slittamento delle elezioni amministrative verso l’autunno. Ma questa scelta rischia di penalizzare in modo grave la ripartenza delle città”. Paolo Damilano, candidato sindaco della Lega a Torino, si schiera contro l’ipotesi di un rinvio delle urne a settembre, forse addirittura ottobre, secondo le ipotesi che circolano da giorni al Viminale. “Rinviare il voto vuol dire paralizzare i progetti, impedire una programmazione efficace e costringere l’amministrazione comunale che viene prorogata di almeno tre mesi a limitarsi all’ordinario, alla gestione dell’esistente, mentre ci sarebbe bisogno di un’accelerazione di una spinta importante in avanti per attuare un piano di ricostruzione in linea con il Recovery Fund – aggiunge l’imprenditore e promotore della lista civica Torino è bellissima – . Ed è giusto che questa programmazione spetti a chi governerà la città per i prossimi anni, indipendentemente dal colore politico. Torino, Milano, Novara, Bologna, Trieste, Napoli, Salerno e gli oltre 1200 Comuni che andranno al voto sono un pezzo di Italia troppo importante per essere congelato nei mesi chiave della ripartenza”. Dunque “se non ci sarà una drammatica impennata nei contagi” urne aperte prima dell'estate. 

Parole dietro le quali si nasconde il timore che uno slittamento possa in qualche modo penalizzarlo essendo lui partito con largo anticipo con la campagna elettorale. Una maratona nella quale il traguardo potrebbe spostarsi di due o tre mesi più in là e il rischio, per chi è in corsa già da qualche mese, di arrivare alla fine con il fiato lungo. Lui per primo, infatti, sa bene che sulla sua candidatura non c'è ancora la bollinatura di tutto il centrodestra e che tra gli alleati di Matteo Salvini non mancano le perplessità. Dunque, più si dilatano i tempi maggiore è il rischio che la coalizione abbia il tempo per convergere su un altro nome, mentre il centrosinistra avrà l'occasione di recuperare il terreno perduto in mesi di sterili discussioni.

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