SOTTOGOVERNO

Finpiemonte, il "pupillo" di Cirio nella girandola di consulenze

I consiglieri della finanziaria regionale dedicano molto tempo (troppo secondo alcuni) alla distribuzione degli incarichi. Tra i più recenti spiccano quelli legali ad Annunziata e Baudino, vicinissimi al vicepresidente Bocchino, uomo di fiducia del governatore

Come nelle “migliori” tradizioni, il cda di Finpiemonte è stato composto sulla base del più classico dei manuali della spartingaia, il famigerato Cencelli: il presidente Roberto Molina in quota Lega, il consigliere Maurizio Irrera (in passato di simpatie renziane) espresso da Fratelli d’Italia, le quote rosa Giuliana Passero e Mia Callegari designate rispettivamente da Cinquestelle e Pd. Il quinto nome, destinato alla vicepresidenza dell’ente regionale, Alberto Cirio l’ha riservato a sé, scegliendo il pinerolese Umberto Bocchino, noto professore della facoltà torinese di Economia, incappato nel recente passato in tre inchieste della Procura di Torino (per Milano Assicurazioni, il gruppo Ilte di Vittorio Farina e il crack Eurofidi, per il quale era stato anche sanzionato dalla Banca d’Italia insieme all’ex presidente Massimo Nobili, all’oggi “banchiere” Giandomenico Genta, all’imprenditore Giuseppe Provvisiero, al commercialista Davide Di Russo e altri). Pendenze penali che sembra si siano tutte risolte a suo favore, per cui non vi era motivo da parte del governatore di non valorizzare il suo ponderoso curriculum, ma forse è stata sottovalutata, al momento della nomina, la personalità un po’ “esuberante” di Bocchino, che stando ai rumors di piazza Castello sta creando non pochi problemi a Cirio e alla sua giunta, anche a causa dei contrasti con Molina e con vari componenti della struttura di Finpiemonte.

Ma la vera buccia di banana potrebbe venire dai due più recenti incarichi legali attribuiti dal cda su proposta, in entrambi i casi, di Bocchino. Il primo, relativo alla delicata questione dei crediti insoluti e della possibile corresponsabilità delle banche, è stato affidato al professor Filippo Annunziata di Milano, professionista di riconosciuto standing ma legato a Bocchino fin dai tempi in cui erano l’uno presidente e l’altro vicepresidente della Banca Popolare di Milano. E questi legami sembrano essere anche di natura professionale: basta cliccare sul sito dei due studi per trovare in entrambi il nome di Paolo Basile, avvocato di Annunziata & Conso e of counsel (“consulente doganale”) di bg&partners, lo studio di Bocchino e Valter Gamba. Ad Annunziata andranno (anzi probabilmente sono già andati) quasi 20mila euro per un parere su quella posizione.

L’altro caso è ancora più spiacevole, perché riguarda uno stimato civilista torinese, Alessandro Baudino, che pochi giorni fa è andato a sostituire per comprensibili motivi di opportunità il professor Marco Aiello, indagato nell’ambito del crack Seregni insieme all’ex presidente di Finpiemonte Stefano Ambrosini. Sennonché Baudino è da molti anni l’avvocato personale di Bocchino e lo ha difeso anche nella causa per danni all’immagine (persa in entrambi i grado di giudizio) contro il commissario Isvap proprio della Milano Assicurazioni, nel cui cda Bocchino sedeva in virtù, pare, dei suoi buoni rapporti con la famiglia Ligresti. Poco meno di 100mila euro il compenso di Baudino per subentrare nelle due cause già impostate e avviate dal precedente legale.

Non sappiamo se Bocchino abbia rappresentato queste circostanze ai colleghi del cda di Finpiemonte. Certo, si tratta di situazioni che rischiano di mettere quanto meno in imbarazzo colui che ha fortemente voluto Bocchino su quella poltrona, Cirio appunto, sicuramente ignaro di questi retroscena non proprio edificanti. Al netto della possibile attivazione dei vari organi che vigilano sull’attività della finanziaria regionale e che forse vorranno vederci più chiaro. Per Finpiemonte non c’è veramente mai pace.

print_icon