POLITICA & SANITA'

Azienda Zero e direzione sanità, maggioranza in fibrillazione

Parte male l'iter della nuova super Asl voluta da Lega e Icardi. Di fronte alle forti critiche dei rappresentanti di medici e infermieri le opposizioni chiedono la sospensione. Ma anche tra i partner del centrodestra sale la tensione: "Questioni di merito e di metodo"

Azienda Zero consensi, o quasi. Non è stata quel che si dice un coro di apprezzamenti l’audizione in IV Commissione di Palazzo Lascaris dei sindacati del comparto sanitario sulla proposta di legge della Lega per l’istituzione della super Asl, mutuata sia pure con non poche modifiche e assai più competenze dal modello in funzione da alcuni anni in Veneto. Chi è del tutto contrario, chi come molti, criticano il merito ma non di meno il metodo e i tempi (assai stretti) per dotare il Piemonte di una struttura che in assenza di una riduzione delle aziende, come avvenuto nella Regione governata da Luca Zaia, rischia di diventare una sovrastruttura. Per non dire dell’altro rischio paventato: svuotare di competenze un assessorato, o per meglio dire una direzione regionale, che da tempo soffre una carenza di organico e, a detta di più d’uno degli auditi ieri, necessiterebbe di un rafforzamento piuttosto che un trasferimento di poteri.

Non viene contestato tanto il concetto ribadito ancora ieri dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, ovvero l’essere la futura Azienda Zero “uno strumento importante e indispensabile per il Piemonte per gestire nella maniera più efficace ed efficiente quanto programmato dall’assessorato”, quanto piuttosto la strada scelta per costruirla e il modo di percorrerla. La stessa decisione di proporre il testo non da parte della giunta, bensì da una sola forza politica della maggioranza se può apparire un dettaglio da addetti ai lavori, in realtà prelude a quella mancanza di entusiasmo, per usare una metafora, da parte del resto del centrodestra che, come si vedrà, connota non poco il percorso della proposta di legge.

Ma è soprattutto, come si diceva, il modo e i tempi a fa manifestare più di una riserva nel corso delle audizioni preliminari alla discussione generale del testo che partirà nei prossimi giorni, con una Lega che preme sull’acceleratore. “La decisione di creare adesso Azienda Zero, in piena ondata pandemica, con la campagna vaccinale da gestire, dopo un anno che richiederebbe un’accurata analisi dei fabbisogni e dell’organizzazione del servizio sanitario regionale, ci lascia quanto meno perplessi – hanno detto i rappresentanti di Anaao-Assomed, uno dei principali sindacati dei medici ospedalieri –. La tempistica è a nostro avviso assolutamente fuori luogo”. Poi, uno dietro l’altro, tutti i rilievi: da “una forte deriva verticistica ed aziendalistica, che privilegia il management rispetto ai bisogni”, al dubbio se si tratterà di “un duplicato o un sostituto dell’assessorato”. E se il sindacato degli infermieri Nursind non boccia in toto la proposta, chiede però approfondimenti per quanto riguarda la gestione dell’emergenza 118, così come un’altra sigla, Nursing Up, ha espresso forti perplessità e preoccupazione “di fronte all’accelerazione”, chiedendo un tavolo “per riverificare l’assetto organizzativo”. Richiesta che cozza contro la volontà della Lega, il cui capogruppo Alberto Preioni è il primo firmatario del testo, di procedere a spron battuto, con quella rapidità mai nascosta nelle intenzioni dello stesso Icardi il cui assessorato adesso è in attesa del nuovo direttore dopo che il presidente della Regione Alberto Cirio, l’altro giorno, ha portato in giunta l’elenco degli aspiranti ritenuti idonei.

E non è certo solo una coincidenza temporale a legare più di quanto non si possa pensare il percorso verso l’Azienda Zero e la successiva scelta del suo direttore con l’attesa nomina del successore del dimissionario Fabio Aimar nella plancia di comando di corso Regina. Se rispetto alla creatura voluta dall’assessore le opposizioni di mostrano a dir poco scettiche, chiedendo come fa il Pd “di fronte a una bocciatura senza appello emersa dalle audizioni” una sospensione dell’iter normativo e forti critiche arrivano anche dal M5s e dai consiglieri usciti dal grupp grillino, non è che negli alleati la Lega trovi un entusiasta sostegno. Fonti di Fratelli d’Italia spiegano che, in fondo, quella è roba della Lega che ha voluto fare tutto da sé. Quindi, nessun ostacolo, ma neppure squilli di tromba. Idem dai banchi di Forza Italia. Ecco il risultato (ma forse anche la spiegazione) della apparentemente inspiegabile scelta di far proporre l’istituzione dell’Azienda Zero dal principale gruppo di maggioranza, anziché dalla giunta. 

Sarà, come affermano gli alleati, pure “roba” della Lega, ma non per questo pensi di agire nello stesso modo quando si tratterà di decidere chi mettere a capo della super Asl. Tanto più che questa nomina finisce con l’incrociarsi, anche se arriverà dopo, con quella del futuro direttore regionale della Sanità. Cirio sembra fermamente intenzionato a compiere in prima persona la scelta, anche se dopo aver immaginato di fare da solo gli incontri con i candidati, ha poi ripiegato sulla soluzione collegiale portando con sé Icardi e pure Chiara Caucino, assessore al Welfare che condivide la direzione. E sempre Cirio, ragionando ad escludendum, gira e rigira sembra voler arrivare a portare in corso Regina Antonino Sottile, direttore generale dell’Istituto tumori di Candiolo.Sul manager portato al vertice e nel cda della Fondazione dal presidente Andrea Agnelli grava però un pesante rischio di non conferibilità dell’incarico, come anticipato dallo Spiffero. Un rischio che non tutti nella maggioranza sono pronti a correre, al netto del giudizio sul manager. Tra i Fratelli d’Italia le perplessità e le preoccupazioni stanno montando, così come si fa sempre più decisa la linea tesa a convincere Cirio a valutare altre opzioni. 

Facendo notare come l’attuale e futura situazione della sanità richieda una figura in grado di assumere decisioni non sempre facili gli uomini di Giorgia Meloni in Piemonte non nascondono di vedere in Mario Raviolo la figura giusta per quel ruolo. Cirio avrebbe posto un veto, ma a supportare l’attuale direttore della maxiemergenza sanitaria del Piemonte, già a capo dell’Unità di Crisi e richiamato in quel ruolo quando la situazione nella seconda ondata si fece critica per poi essere mandato a risolvere i problemi all’ospedale di Alessandria, ci sarebbe una figura di peso. In senso fisico e politico. Che Guido Crosetto sia pronto a spendere, insieme ai maggiorenti del partito, più di una parola per il Mister Wolf dell’emergenza sanitaria non è un mistero. Che lo stia già facendo, una concreta ipotesi. E nel caso questo obiettivo cozzasse contro l’irremovibilità del governatore, potrebbe entrare in gioco la direzione dell’Azienda Zero. I segnali che arrivano da FdI sono sempre più chiari, sia rispetto alla Lega, sia rispetto al governatore: il partito della Meloni non è certo pronto a stare alla finestra guardando la Lega che costruisce la nuova azienda e decide a chi affidarla e il governatore che sceglie il futuro direttore della Sanità, magari rischiando qualche inciampo.

print_icon