DEMOGRAFIA

Mai così pochi nati in Piemonte

Sono solo 27mila nel 2020, meno della metà rispetto agli anni Sessanta. Una contrazione che dura da oltre dieci anni. E senza gli stranieri sarebbe ancora peggio - LA RICERCA DELL'IRES

Nel 2020 sono solo 27mila i bambini nati in Piemonte. Mai così pochi. Con la pandemia – secondo i dati dell’Ires – per la prima volta i nati risultano meno della metà del numero dei decessi. Rispetto al 2019 il calo è del 3 per cento: 900 bambini in meno. Dal 2011 le nascite sono 10.700 in meno, con una flessione del 28%, Negli anni Cinquanta nella regione nascevano 40 mila bambini all’anno e durante il baby boom degli anni Sessanta avevano raggiunto le 65 mila unità, più del doppio di quelle attuali.

Il calo prosegue ininterrotto dal 2009, dopo il lieve incremento registrato per tutto il primo decennio del secolo, principalmente grazie all’apporto delle donne straniere: nel 2019 erano 124.500, pari al 15% del totale in Piemonte, mentre nel 2002 erano appena 44mila con un’incidenza percentuale del 4,6%. Potrebbero pesare gli effetti in futuro della crisi sanitaria innescata dalla diffusione del Covid-19 dal febbraio 2020, così come hanno giocato a sfavore della natalità le incertezze prodotte dalla crisi economica del 2008.

Nell’anno appena passato sono nati 6,3 bambini per mille abitanti, erano 8,7 dieci anni prima. Una delle principali cause del forte calo di nascite risiede nella diminuzione delle donne in età fertile che, per convenzione, si fa coincidere con la fascia di età 15-49 anni: nel 2019 sono quasi 832 mila, erano 971.800 nel 2010, con una variazione negativa del 14% nel decennio. Nel 2019 il numero medio dei figli per donna si attesta a 1,27, quota da tempo al di sotto dei livelli di sostituzione delle generazioni, pari a 2,1 figli per donna. Per il Nord Ovest la quota di donne prive di figli si mantiene sostanzialmente stabile al 23,3%, quasi una su quattro. 

Quali le cause principali? Secondo i ricercatori dell’Ires, in primo luogo pesa l’eco della forte denatalità a partire da metà degli Settanta con la conseguente riduzione delle donne in età feconda, in secondo luogo l’affievolirsi dei saldi migratori dall’estero giacché come detto sono le donne straniere ad aver almeno in parte bilanciato la crisi demografica degli italiani e,infine,una lieve riduzione della fecondità sia delle donne italiane sia delledonne straniere residenti. Hanno giocato a sfavore della natalità le incertezze prodotte dalla crisi economica del 2008  eci si aspetta che altrettanto accada per gli effetti della crisi sanitaria innescata dalladiffusionedel Covid.

Qui la ricerca dell'Ires

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