VERSO IL VOTO

"Pronto a correre alle primarie, non snaturiamo il centrosinistra"

In attesa della rifondazione grillina e della missione di Boccia a Torino, il candidato del Pd Lo Russo non arretra. Elogio agli alleati storici, a partire da Moderati e Monviso. "Basta parlare di alchimie politiche, discutiamo di temi e programmi"

Quella in corso non sarà l’ultima settimana di passione per il centrosinistra, in quella via crucis alla ricerca di un candidato sindaco per TorinoFrancesco Boccia ha rinviato a dopo Pasqua la sua missione sotto la Mole. Una decisione dettata ufficialmente da ragioni di agenda ma che di fatto è volta a prendere tempo in attesa del D-day M5s. Giuseppe Conte annuncerà domani il suo progetto di rifondazione grillina: un restyling di un brand logoro, funestato da lotte intestine, defezioni e guerre a colpi di carte bollate. Il segretario dem Enrico Letta, tuttavia, è con questo nuovo soggetto che vuole riedificare il centrosinistra, allargarne il perimetro, costruire un’alternativa a Matteo Salvini e Giorgia Meloni e il passaggio delle amministrative d’autunno è, in tal senso, uno snodo cruciale. Per questo Boccia, nelle interlocuzioni di questi giorni, ha confidato di voler sentire prima della sua missione a Torino, il rettore del Politecnico Guido Saracco, non solo per sondare una sua disponibilità in vista delle urne – disponibilità che lui stesso continua a smentire, l’ultima volta il 23 marzo durante una riunione del Senato accademico – ma anche per ricevere suggerimenti, stimoli e chissà forse anche un nome che possa rappresentare la sintesi dell’agognata (dal Nazareno) alleanza con i Cinquestelle.  

Chi di certo non intende uscire dalla mischia è Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd in Sala Rossa, colui che a oggi ha coagulato attorno alla sua candidatura la maggioranza del gruppo dirigente, degli eletti in Consiglio comunale, degli amministratori dell’area metropolitana e dei consiglieri di circoscrizione.

Lo Russo, pronto anche a eventuali primarie, che dal Pd nazionale sono tornate a riecheggiare per la scelta del candidato sindaco? Anche se questa consultazione potrebbe trasformarsi in un referendum pro o contro Chiara Appendino e, di conseguenza, sull’alleanza Pd-M5s?
“Io ci sono e non ho certo paura di confrontarmi con il voto dei nostri elettori pur essendo consapevole dei rischi sia dal punto di vista sanitario, per i nostri volontari e per chi si recherà ai gazebo, e sia da quello politico, irrigidendo le posizioni e quindi ipotecando evoluzioni future. Sia chiaro, condivido le ragioni di prospettiva che animano il nostro gruppo dirigente nazionale, ma invito a tenere presente il contesto locale”.

Ecco, il contesto locale. Nella vostra coalizione c’è chi ha già minacciato di staccarsi dal centrosinistra in caso di alleanza con il Movimento 5 stelle. È preoccupato?
“Da quindici anni il centrosinistra a Torino si è mostrato capace di attrarre elettori nuovi e di dialogare con mondi non tradizionalmente legati a questa coalizione. E in questo scenario i Moderati di Mimmo Portas hanno avuto un ruolo fondamentale di alleato leale e strategico cui più recentemente si è aggiunta una compagine civica, la lista Monviso di Mario Giaccone. È con loro che abbiamo iniziato un percorso lo scorso autunno e con loro dobbiamo proseguire. Così come è altrattanto importante la presenza di una sinistra che rappresenta realtà sociali e valori coniugandoli con la cultura e la capacità di governo”.

Non ci sono solo loro. La deputata Silvia Fregolent di Italia Viva ha già fatto sapere di aver preso un caffè con Paolo Damilano, il candidato del centrodestra; Azione si è già chiamata fuori e pure Più Europa è in fibrillazione. Nessuno di loro, così come gli stessi Moderati, vuole sentire parlare di un’alleanza strutturale con il M5s. Può il Pd rischiare di sacrificare questi alleati sull’altare di un governo giallo-rosso a Torino?
“Si tratta di forze politiche che hanno una grande spinta riformista. E io credo che, assieme alla necessità di allargare la coalizione, abbiamo il bisogno di non snaturare un centrosinistra che finora si è contraddistinto per la sua grande spinta riformatrice, in grado di cambiare volto alla città”.

Intanto attorno al rapporto con il M5s il centrosinistra continua a dividersi…
“E invece sarebbe bene che iniziassimo a confrontarci sui progetti per Torino. Mi metto nei panni di chi ha la propria attività chiusa da settimane o rischia di rimanere senza un lavoro mentre il nostro dibattito continua a svolgersi su alchimie politiche”.

Ecco, parliamo di programmi. Da dove partiamo?
“Innanzitutto serve una strategia di sviluppo di qui ai prossimi dieci-quindici anni che punti su innovazione e transizione ecologica in settori strategici come automotive e aerospazio. Soprattutto a Torino, dove l’inquinamento dell’aria incide ancora di più rispetto ad altre grandi città italiane, dobbiamo rapportarci con la sfida dell’emergenza ambientale, trasformandola in un’opportunità”.

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