BANCHI DI NEBBIA

Scuola (quasi) sicura per il rientro, sotto esame il piano della Regione

Quanto e come ha funzionato il progetto di screening per gli studenti delle medie e il personale? Il coordinatore Presti in commissione di indagine Covid. Valle (Pd): "Conoscere i dati in vista della riapertura". Frediani (M4o): "Pensiamo ai test salivari"

Mentre le Regioni scrivono a Mario Draghi lamentando il passaggio dal concordato 60% al 70% della percentuale di studenti in presenza per le superiori in zona gialla e arancione costringendo, come ha sottolineato Alberto Cirio, a rivedere i piani dei trasporti, sembra passare in secondo piano un tema come quello del controllo sulla diffusione del virus nella popolazione scolastica. Eppure si è sempre detto e i virologi continuano a sostenerlo, che uno screening continuo sia una delle armi più efficaci per abbassare il rischio delle lezioni in presenza e di quegli aspetti collegati, come lo stesso utilizzo dei mezzi di trasporto pubblico, dove la diffusione del Covid è più probabile di quanto non lo sia in aula. Il Piemonte a fine dello scorso anno aveva varato quel Progetto Scuola Sicura che aveva come scopo annunciato proprio un’azione di controllo capillare e periodico, sia pure di una parte minima della popolazione scolastica – gli alunni delle seconde e terze medie – ma era allargato a tutto il personale docente e non docente delle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado, compresa la formazione professionale.

Quanto ha funzionato, rispetto agli annunci e alle aspettative il progetto? Quante scuole hanno aderito e che risposta è arrivata dal personale e dalle famiglie al piano sperimentale che era previsto doversi concludere alla fine del mese scorso, ma un suo rifinanziamento per proseguire era stato annunciato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi un paio di settimane fa? È quanto verrà chiesto oggi, nel corso dell’audizione dinanzi alla commissione di indagine sull’emergenza Covid, al coordinatore del progetto Pietro Presti. In effetti dati completi sul piano, partito con qualche ritardo, non ne sono mai stati forniti e quella di oggi dovrebbe essere l’occasione per conoscerli e su di essi ragionare per un’eventuale espansione della platea, così come su correttivi che si potrebbero rendere necessari. 

“È importante avere un quadro completo e chiaro, soprattutto in vista della imminente riapertura delle scuole”, osserva il coordinatore della commissione, il piddino Daniele Valle. “È possibile, alla luce di questa sperimentazione, prevedere interventi simili, ma capillari, nelle superiori visto che l’età degli studenti che la frequentano è più soggetta all’infezione e alla trasmissione del virus, soprattutto con la variante inglese che rappresenta ormai la quasi totalità dei casi?”, chiede l’esponente del Pd.

“Prevediamo un’adesione del 70% degli interessati”, diceva a dicembre l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino. Quattro mesi dopo qual è la reale percentuale di partecipazione del personale scolastico e degli alunni? Anche questa è una domanda che dovrà avere risposta nell’audizione, nel corso della quale verranno messi sul tavolo problemi che sono stati manifestati nei mesi scorsi. Ci sono le difficoltà, per alcune famiglie, nell’accompagnare i figli in hot spot vaccinali talvolta un una città diversa come accade nei piccoli centri di provincia e ci sono le resistenze a sottoporre a tampone il figlio o la figlia temendo una quarantena nel caso di positività. 

Ma c’è pure qualcosa che pare non aver funzionato nel modo dovuto nell’organizzazione e nella comunicazione del progetto. “Ci sono scuole che non hanno mai ricevuto le informazioni necessarie”, ricorda la consigliera del Movimento 4 OttobreFrancesca Frediani. Per l’ex grillina “è importante conoscere i dati e capire se questo modello funziona e può essere esteso oppure no. Proprio mentre si prevede un ritorno a scuola in presenza con percentuali che riteniamo insostenibili, visto che non è stato fatto nulla per il trasporto pubblico locale, ma anche per la stessa scuola”. Frediani, oggi, porrà anche il tema dei tamponi salivari: “Vedo che alcune regioni stanno preparando un loro utilizzo e credo che sia una strada da verificare”. Nel frattempo si capirà se e quanto è servito il progetto di screening, con test ogni due settimane per il personale e una volta al mese gli alunni, per il quale la Regione ha stanziato 7 milioni di euro.

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