POLITICA & GIUSTIZIA

Piazza San Carlo, Appendino "imprudente e negligente"

Le responsabilità della sindaca nelle motivazioni del Tribunale di Torino alla condanna a 18 mesi inflitta sui fatti del 2017, in occasione della partita di Champions tra Juventus e Real Madrid - DOCUMENTO

“Un approccio frettoloso, imprudente e negligente”. È quanto rimprovera il tribunale di Torino alla sindaca Chiara Appendino in relazione ai fatti di Piazza San Carlo. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la prima cittadina è stata condannata a 18 mesi di reclusione per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni plurime colpose. Il 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxi schermo della finale di Champions Juve-Real Madrid delle ondate di panico tra la folla provocarono oltre 1.600 feriti e, più tardi, la morte di due donne: Erika Pioletti, deceduta in ospedale dopo una decina di giorni, e Marisa Amato, rimasta tetraplegica e spirata nel 2019.

Secondo quanto riporta il giudice Maria Francesca Avenavoli fu la prima cittadina che “decise di svolgere l’evento in piazza San Carlo senza tenere in alcun conto gli aspetti legati alla sicurezza dell’evento. Ritiene questo giudice che a fronte di tempi strettissimi, di un budget incerto, di un organizzatore privo di specifica esperienza nel settore e considerata la terribile stagione terroristica che l’Europa stava vivendo e che colpiva soprattutto in occasione di raduni con grande partecipazione di pubblico, la manifestazione avrebbe dovuto essere monitorata molto più da vicino da chi l’ha voluta realizzare”. E invece la prima riunione organizzativa non fu organizzata prima del 26 maggio, solo una settimana prima dell’evento: l’incombenza finiva a Turismo Torino (“l’organizzatore privo di specifica esperienza nel settore” di cui parla il giudice).

Secondo il tribunale la sindaca ha “commissionato” l’evento in piazza e poi si è disinteressata “di tutti gli aspetti operativi” nonostante avesse tenuto per sé la delega specifica agli eventi senza affidarla a qualche altro componente della sua giunta. Le scelte dell’amministrazione hanno però consegnato agli organizzatori una “traccia troppo rigida” entro cui lavorare. Si aggiunga a ciò che la responsabilità della sindaca, come si ricava dalla sentenza, deriva anche da un decreto legislativo del 2000 che attribuisce proprio ai primi cittadini funzione di tutela della incolumità pubblica.

Nella sentenza dello scorso gennaio, assieme ad Appendino, sono stati condannati anche il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, l'allora questore Angelo Sanna, l'ex presidente di Turismo Torino Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, professionista che si occupò di parte della progettazione. La sindaca, sono le risultanze dei tre anni di indagini e interrogatori, si è limitata a delegare la gestione della manifestazione al suo capo di gabinetto d’allora Paolo Giordana “al punto che lo stesso ha potuto scegliere, senza prima interfacciarsi con la sindaca, ma con il suo pieno assenso, sia il luogo dell’evento che il soggetto cui affidare l’organizzazione”.

Qui la prima parte della sentenza
Qui la seconda parte della sentenza

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