OPERE & OMISSIONI

A Torino l'intelligenza artificiale

Il decreto Sostegni bis prevede l'assegnazione del centro al capoluogo piemontese. Primo stanziamento da 30 milioni di euro. Si chiude così una lunga querelle durata due mesi tra allarmi e rassicurazioni

Nel decreto Sostegni bis viene assegnato a Torino il “Centro per l’intelligenza artificiale applicata ad automotive” con uno stanziamento “dei primi 30 milioni di euro”. Lo si apprende da fonti di maggioranza al termine del Consiglio dei ministri.

L’assegnazione della sede dell’I3A era avvenuta a settembre da parte del governo allora presieduto da Giuseppe Conte ed era stata interpretata come una sorta di compensazione per l’indicazione di Milano quale sede del Tribunale dei Brevetti, per cui era in corsa anche Torino. Era stato don Luca Peyron, direttore della pastorale universitaria e coordinatore del servizio per l’Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi subalpina, a lanciare l’idea di candidare Torino come sede del centro per l’intelligenza artificiale e Palazzo Civico portò avanti l’iniziativa nelle sedi istituzionali. Ma con il cambio di esecutivo qualcuno avrebbe tentato lo “scippo” tant’è che l’assegnazione si è scontrata con una serie di ostacoli politici e amministrativi a partire dal fatto che, secondo alcuni, la città sede del centro dovesse essere indicata attraverso un bando pubblico.

Il primo a lanciare l’allarme alla fine di marzo era stato il senatore Pd Mauro Laus, evidenziando come nell’ultima versione del Piano nazionale di ripresa e resilienza l’assegnazione del polo alla città di Torino fosse sparita. La sindaca Chiara Appendino si mobilita immediatamente e interessa, tra gli altri, della questione il viceministro dell’Economia Laura Castelli e il parlamentare Davide Serritella. I giorni passano tra allarmi e rassicurazioni. A fine aprile il senatore Gilberto Pichetto, viceministro dello Sviluppo economico, con delega all’Industria e all’Innovazione, aveva assicurato che la sede sarebbe stata Torino e così è stato.

Complessivamente sono sette i centri di ricerca nazionali collegati al Piano di ripresa e resilienza. Milano, per esempio, sarà la sede del Centro nazionale Fintech e Napoli il quartier generale dell’Agri-Tech.

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