LOTTA AL COVID

Vaccini, il Piemonte scende in classifica

Perde terreno la regione nella campagna vaccinale. La somministrazione agli over 70 sotto la media nazionale. L'allarme del Pd: "Coinvolgere gli specializzandi" Dalla prossima settimana nuovo aumento delle forniture

Era il 19 aprile quando Alberto Cirio annunciò che il Piemonte aveva ultimato la vaccinazione degli over 80. A oggi, però, ci sono ancora degli ultraottantenni che aspettano la prima dose. Stranezze di una campagna vaccinale che prosegue “a singhiozzo” come denuncia il consigliere Pd Daniele Valle e che vede il Piemonte scivolare indietro nella classifica delle regioni più virtuose, ormai addirittura sotto la media nazionale. Ieri sono state appena 27.827 le somministrazioni effettuate, circa 140mila le dosi che giacciono nei magazzini alla vigilia della consegna di 146mila nuove dosi di Pfizer (prevista per domani), mentre ancora non sono state contabilizzate 25.600 dosi di Moderna e 20mila di AstraZeneca. Insomma, le “munizioni” come ama chiamarle il governatore ci sono o no? Dalla Regione continuano a dire che vista l’incertezza nelle forniture (solo Pfizer è abbondante e puntuale) preferiscono mantenere alte le scorte per garantire i richiami, ma non si spiega allora perché nelle altre regioni si proceda a un ritmo ben più elevato.

Secondo i dati elaborati da YouTrend il Piemonte ha somministrato la prima dose all’84,7% degli over 70, piazzandosi in 14ª posizione tra le regioni italiane e 0,4 punti percentuali sotto la media nazionale (85,1%). Va un po’ meglio se si tiene conto anche del richiamo: qui il Piemonte sale all’11° posto con il 51,8%, comunque sotto la media italiana (52,2%). Che succede? Valle parla di “dati che destano una seria preoccupazione”.

Tra le criticità c’è il basso coinvolgimento dei medici specializzandi nella campagna vaccinale, come ha sottolineato nei giorni scorsi, con una lettera a tutto il Consiglio, Federico Lavagno, referente locale del Segretariato italiano Giovani Medici (Sigm). “Nessuno, dei centinaia di miei colleghi e colleghe che hanno completato la domanda, mi riferisce di aver ricevuto ancora convocazione” per vaccinare, scrive Lavagno.

Nei giorni scorsi il generale Francesco Paolo Figliuolo ha garantito che anche AstraZeneca garantirà le dosi per i richiami e dalla prossima settimana Pfizer passerà dalle attuali 146mila dosi a 233mila. Le munizioni sono sempre di più, insomma, ora bisogna usarle. Un altro problema è costituito dai medici di famiglia che, con lo stop del vaccino anglo-svedese, hanno abbandonato le vaccinazioni in ambulatorio: almeno un centinaio, confermano dalla Regione. Molti di loro si sono ritrovati troppo spesso a fronteggiare un mare di rinunce dopo i casi di morti sospette (i cui collegamenti con la somministrazione del siero non sono mai stati dimostrati) per non parlare del fatto che la Regione ha iniziato a centellinare le consegne, con la conseguenza (ovviamente non voluta) di penalizzare i pazienti di quei medici di base che avevano accettato di vaccinare nei propri ambulatori.

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