OPERE & OMISSIONI

La Tangenziale Est "non resti un sogno"

La proposta del deputato di Forza Italia Giacometto: "Opera strategica per Chierese e Chivassese, da riprendere". Un progetto chiuso nei cassetti della Regione dal 2009. Si potrebbe finanziare con le concessioni della Torino-Piacenza

“La Tangenziale Est di Torino deve tornare nell’agenda politica regionale e nazionale”. L’appello arriva dal deputato di Forza Italia Carlo Giacometto, dopo che l’Osservatorio territoriale infrastrutture Nord-Ovest di Confindustria l’ha inserita tra le opere bloccate ormai da anni, finite in coda al dibattito pubblico. È il tratto mancante dell’anello stradale che cinge la città, lasciando di fatto fuori tutta l’area collinare che ruota attorno al Chierese e al Chivassese. Un’opera per troppi anni bloccata da veti e mancanza di fondi e rimasta, dunque, come sottolinea Giacometto “nel libro dei sogni” di una politica che fatica a prendere decisioni e a realizzare grandi opere pubbliche.

Risale al 2009 lo studio di fattibilità consegnato dalla Provincia di Torino (presidente allora Antonio Saitta) alla Regione Piemonte. I cantieri si sarebbero dovuti aprire nel 2011: da allora però l’opera si è impantanata tra le maglie della burocrazia. Tre governi regionali non sono riusciti a farla progredire attraverso la pubblicazione del bando, anche per l’assenza di risorse, mentre anche qui sono spuntati gli oppositori sul territorio (i No Tangest) che hanno portato le istituzioni, almeno per il momento, a desistere.

Lo stesso Giacometto indica anche la strada per finanziare il completamento della tangenziale di Torino. Un percorso “legato agli esiti della gara per la concessione del sistema autostradale tangenziale torinese, per cui il Consiglio di Stato ha escluso i vincitori, di fatto assegnando la gestione all’unica altra società partecipante al bando. Nel caso in cui il Ministero dei Trasporti, a fronte di un’offerta economica da parte dei secondi classificati che si stima inferiore per almeno 800 milioni, decidesse di non procedere all’aggiudicazione vera e propria si aprirebbe la strada per l’indizione di una nuova gara. E in un’ipotesi del genere, nel nuovo bando si potrebbe prevedere di includere fra le opere da garantire in cambio della concessione pluriennale proprio la chiusura dell’anello tangenziale di Torino, andando a completare un progetto che si è interrotto ormai troppi anni fa”.

Il riferimento è alla gara per la concessione dei tratti Torino-Piacenza, Torino-Quincinetto, la bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià e la tangenziale di Torino: Tar e Consiglio di Stato hanno confermato l’esclusione di Astm (Gruppo Gavio) per un vizio di forma, nonostante la sua proposta economica fosse ben più vantaggiosa rispetto a quella dei diretti concorrenti, il Consorzio Stabile Sis, gruppo italo-spagnolo, controllato in misura maggioritaria dalla torinese Inc della famiglia Dogliani con una quota di minoranza in mano al colosso spagnolo delle costruzioni Sacyr Vallehermoso. Astm si era impegnata con il ministero a realizzare investimenti per 1,5 miliardi e non si rassegna all’esclusione. Ora la palla è nelle mani del Mit: procedendo all’assegnazione perderebbe centinaia di milioni di investimenti, tra cui la possibilità di completare la tangenziale.

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