LOTTA AL COVID

Il Piemonte continua a migliorare: "I dati sono da zona bianca"

Per la prima volta incidenza sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti. Di questo passo a metà giugno la fine delle restrizioni, ma serve accelerare ancora sui vaccini. I numeri del pre-report del Ministero

È un Piemonte ormai in via di guarigione quello fotografato dal pre-report settimane del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità. Dai dati del rapporto, che verrà validato domani, nella settimana tra il 17 e il 23 maggio sul territorio regionale è calata ulteriormente l’incidenza dei nuovi casi e la percentuale di positività dei tamponi è passata da 4,5% al 3,2%. L’Rt puntuale, calcolato sulla data di inizio sintomi, scende da 0.79 a 0.70. Sotto soglia e ulteriormente ridotti anche i tassi di occupazione dei letti ordinari (dal 19% al 14%) e in terapia intensiva (dal 22% al 15%). Calano i focolai attivi, i nuovi e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note.

“L’incidenza media del Piemonte da oggi è scesa sotto la soglia di 50 casi ogni 100 mila abitanti – sottolinea il governatore Alberto Cirio, in una nota congiunta con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi –. Questo significa che comincia il conto alla rovescia per entrare ufficialmente in zona bianca. Continuiamo a essere prudenti e proteggiamo questo risultato importante”.

A livello provinciale, ad Asti si registra la minore incidenza di casi (30,5 ogni 100mila abitanti) mentre a Vercelli c’è quella più alta (59,2). L’area metropolitana di Torino è appena sotto i 50 contribuendo a fissare la media regionale a 48,96, per la prima volta sotto i 50.

Insomma, per la prima volta dall'inizio della seconda ondata il Piemonte ha dei numeri da zona bianca, ma per poter usufruire del passaggio di colore dovrà confermare (o migliorare) questi parametri almeno per altre due settimane. Dunque è possibile fissare a metà giugno la fine delle restrizioni.

Sul fronte vaccini, secondo i dati elaborati dalla fondazione Gimbe, il Piemonte è al 18° posto tra le regioni italiane con il 35,4 per cento della popolazione generale che ha ricevuto almeno una dose. Di questi il 19,3% ha completato il ciclo vaccinale, mentre il restante 16,1% è in attesa del richiamo. 

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