OCCUPAZIONE & LAVORO

Riparte il lavoro in Piemonte

Programmati 37.500 nuovi contratti in questo mese. Oltre novemila in più rispetto al periodo pre-Covid. Ma ci sono professioni sempre più difficili da trovare. L'indagine Anpal-Unioncamere

Il lavoro riparte, anche in Piemonte. Sono circa 37.500 i contratti programmati dalle imprese per giugno, 15.330 in più rispetto all’anno scorso e 9.240 in più rispetto al giugno 2019, quando il mercato del lavoro non aveva ancora dovuto affrontare gli effetti dell’emergenza sanitaria. Le previsioni sulrecupero dell’economia nazionale e regionale e le tendenze positive in consolidamento dei mercati internazionali favoriscono, infatti, un cambio di passo nei programmi di assunzione che arrivano a superare anche i livelli pre-Covid.

Il 74,8 per cento dei nuovi ingressi riguarderà lavoratori dipendenti, il 18,6% lavoratori somministrati, il 2% collaboratori e il 4,5% altri lavoratori non alle dipendenze. In poco meno di un caso su quattro si tratta di assunzioni stabili (contratto a tempo indeterminato o di apprendistato) mentre nel 76% saranno a termine. Complessivamente nel trimestre giugno-agosto 2021 i nuovi ingressi stimati in Piemonte ammontano a 86.980, il 6,8% rispetto a 1.282.840 programmati a livello nazionale. Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 37.500 entrate previste in Piemonte in questo mese giugno il 14 per cento è costituito da laureati, il 35% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente per il 21 e il 28%. Anche a giugno sono i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 67,5 per cento degli ingressi (9.670 unità in più rispetto allo stesso mese del 2020 e 5.280 in più rispetto a giugno 2019). L’industria programma 12.170 entrate, generando circa il 32,5% della domanda totale del mese e segnando un incremento di 5.660 rispetto a giugno 2020 e 3.960 rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel dettaglio 9.420 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 2.740 quello edile.

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 32 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota analoga rispetto a quella media nazionale (31 su 100). Le professioni più difficili da reperire in regione sono specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche (66 su 100) e operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (62 su 100). Per oltre un’impresa su due, infine, appare difficoltoso trovare anche tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione nonché farmacisti, biologi e altri specialisti della scienza della vita.

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