ECONOMIA DOMESTICA

Il fiasco del fisco "iniquo e obsoleto". E la Gigafactory è un terno al lotto

Il viceministro Pichetto dice di fare il tifo per Torino ma pare piuttosto scettico sulla collocazione in Piemonte della fabbrica di batterie: "Dipende da Stellantis e dal Governo". E per le tasse invoca "più pragmatismo e meno ideologia"

Un fisco gravoso, iniquo e obsoleto. “Abbiamo un sistema di Paese che ha un quadro fiscale costruito negli anni '70, che grava troppo sulle persone e di conseguenza diventa demotivante per la produzione, un aggravio eccessivo e minor libertà di consumo”. A dirlo, in occasione di un incontro elettorale col candidato sindaco di Torino del centrodestra Paolo Damilano, il viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto. “La posizione del Governo – osserva il senatore piemontese – sarà quella mediata tra le varie forze politiche, noi come Forza Italia presentiamo una posizione che dice che ci sono gli spazi, bisogna abbassare il sistema delle aliquote perché il reddito non è più individuabile totalmente dal Paese, perché non può pagare tutto la classe media. O corriamo il rischio di propagandare l’imposta sugli utili e poi avere chi produce in Cina, assembla in Thailandia, fa la mediazione alle Cayman, trasferisce i beni in Inghilterra, li porta in Italia con una società lussemburghese e gli utili li porta dove decide lui dove gli conviene mentre il lavoratore, la piccola impresa devono pagare per tutti. Questo dobbiamo considerare, in modo molto serio, pragmatico e senza ideologie”.

Il vice di Giancarlo Giorgetti si è soffermato anche su quella che è la vera sfida per il Paese dopo la pandemia. “Questo è un periodo in cui dobbiamo giocare la svolta come Paese, dobbiamo ripartire. Si tratta di accompagnare con le norme e usare bene la disponibilità dell’Ue con Next Generation Eu per strutturare l’Italia moderna”. Per Pichetto “la sfida non è solo per il contingente, per domani mattina, ma molto più lunga – sottolinea –. Il grande investimento del Recovery deve essere anche quello sul capitale umano, che significa un welfare partendo dalla base e creare le condizioni di professionalità per cogliere le opportunità dei posti di lavoro”.

E in tal senso, uno dei nodi è la presenza di un polo manifatturiero in Piemonte, a partire dall’industria automobilistica chiamata a una imponente riconversione. La possibilità che sia Torino la sede della futura Gigafactory di Stellantis per Pichetto “dipende prima di tutto dalla programmazione di Stellantis. Da piemontese un po' di tifo lo faccio, poi è chiaro che a livello nazionale il Governo valuterà rispetto alle proposte di Stellantis che si è impegnata a presentare il suo quadro complessivo”. Fondamentale “è mantenere in Italia tutta la forza produttiva di Stellantis che rappresenta gran parte del nostro automotive. La riorganizzazione di Stellantis verso il nuovo modello di produzione, l’elettrico prima poi l’idrogeno, significa una riorganizzazione di tutto il sistema produttivo e significa anche la Gigafactory e questa è legata alla loro proposta di riorganizzazione”. Il viceministro ricorda che “nell’incontro dell’altro ieri abbiamo fatto la valutazione essenzialmente rispetto a Melfi, che è il primo impianto che verrà riconvertito alla produzione elettrica in modo massiccio”. E sulla candidatura di Torino aggiunge “io confido in tutti i parlamentari piemontesi che spingano, poi il mio ruolo di Governo mi pone anche la doppia giacca della terzietà”.

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