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Azzardo, Ivrea (centrodestra) si schiera contro la Regione

Nel Comune dell'Eporediese il sindaco Sertoli vota e fa approvare una mozione contro il ddl in discussione a Palazzo Lascaris. Un gesto simbolico che testimonia il malumore dei primi cittadini (anche quelli vicini alla maggioranza) verso il provvedimento

Un segnale politico chiaro che amplia ulteriormente quella faglia ormai evidente tra la Regione Piemonte e le amministrazioni locali riguardo la riforma della legge sulla ludopatia. Persino tra quei sindaci di centrodestra che guidano alcune delle roccaforti elettorali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia il dissenso inizia a diventare sempre più rumoroso e si manifesta a suon di atti e dichiarazioni pubbliche.

Un fuoco di fila cui ieri si è unito anche il primo cittadino di Ivrea Stefano Sertoli che ha votato assieme alle minoranze in Consiglio una mozione a difesa della legge 9/2016, quella approvata all’unanimità durante la legislatura di Sergio Chiamparino e che ora il centrodestra a Palazzo Lascaris vuole modificare, allargandone le maglie. Oltre al sindaco hanno votato la mozione altri tre esponenti della maggioranza comunale: il presidente del Consiglio Diego Borla, ex Forza Italia ora con Giovanni Toti, che quando fu scritta la legge era vicepresidente di Anci Piemonte, Marco Neri, ex leghista ora nel Gruppo Misto ma di fatto riferimento cittadino di Fratelli d’Italia, e Antonio Cuomo della lista civica. La Lega si è astenuta per non votare in dissenso rispetto al proprio sindaco, affidando alla capogruppo Anna Bono la responsabilità di un intervento contro la mozione, utilizzando argomenti antiproibizionisti: “Secondo questa impostazione la vedremo presto votare, per coerenza, un provvedimento a favore delle droghe leggere” ha commentato il dem Andrea Benedino.

Ma quello di Ivrea – comune a mezz’ora di auto dal casinò di Saint Vincent che con l’azzardo ha una sorta di rapporto di vicinato – non è certo un caso isolato. In passato altre amministrazioni di centrodestra si sono espresse contro il disegno di legge della Regione: da Fossano a Racconigi fino ad Alba, città del governatore Cirio. In provincia di Biella il caso del consigliere leghista Marco Ascari, di Curino, che ad aprile aveva protestato in piazza Castello assieme agli altri sindaci con la fascia tricolore accanto alla spilla del Carroccio. Recentemente c'è stato anche il pronunciamento del Cal (Comitato per le autonomie locali) che ha dato parere negativo al disegno di legge promosso dalla Regione. Tra gli elementi di maggiore criticità per i sindaci non c’è solo il colpo di spugna sul distanziometro introdotto dalla legge della passata legislatura, ma anche il ridimensionamento del loro ruolo. 

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