VERSO IL VOTO

Bilancio in rosso per Damilano, Asvisio rifiuta l'arruolamento

Il presidente dell'Ordine dei Commercialisti dice no (per ora) alla proposta del candidato sindaco del centrodestra che lo vorrebbe nella sua ipotetica giunta a occuparsi delle casse del Comune

“No, grazie”. Nonostante i “sentimenti di sincera amicizia” che legano Luca Asvisio a Paolo Damilano il numero uno dell’Ordine dei Commercialisti non sarà l’uomo dei conti di una futuribile giunta di centrodestra a Torino. “Non posso accettare” scrive in una nota dopo che iieri sera il suo nome ha iniziato a circolare con insistenza. L’Ordine dei Commercialisti, spiega Asvisio “è indipendente da ogni contesa politica pur avendo sempre messo a disposizione di ogni altra istituzione la competenza e formazione dei propri iscritti”. Parole inequivocabili che paiono far trasparire anche un certo malumore espresso da una parte dei professionisti di peso all’interno dell’organizzazione, preoccupati che la scelta di campo del loro presidente potesse in qualche modo ledere all’indipendenza dell’Ordine. Di qui la repentina retromarcia di Asvisio, che tra le ragioni del rifiuto annovera anche “l’attività professionale” che “non mi permette di occuparmi a tempo pieno di incarichi così delicati”. Inoltre, a detta di Asvisio “gli enti pubblici richiedono una specializzazione particolare per la quale sono convinto che altri commercialisti saranno certamente disponibili, come confermano i numerosi messaggi di supporto ricevuti in queste ore”.

Ragioni che lo indussero mesi fa, molto prima della discesa in campo di Damilano, a neppure prendere in considerazione le offerte di candidarsi a sindaco che pure gli arrivarono da fronti trasversali dell’establishment torinese. Preferendo affiancare l’impegno al vertice dell’Ordine con una intensa attività di elaborazione di programmi e progetti, chiamando a un unico tavolo i principali stakeholder.

Insomma, il piano di affidare le casse di Palazzo Civico a uno dei più affermati e apprezzati analisti e revisori di conti della città, allievo di due maestri della professione del calibro di Alberto Dondona (che pure fu esponente politico di rilievo in Sala Rossa con il Pli) e Aldo Milanese (antesignano del Modello Torino, poi diventato Sistema), resta nel cassetto. Almeno per il momento, giacché l’eccessiva fretta dell’imprenditore acqua&vino e la fuga di notizie hanno compromesso l’operazione.

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