SANITA'

Liste d'attesa, Asl in ritardo. Direttori a rapporto da Cirio

Vertici delle aziende convocati per domani da governatore e assessore. Dei 35 milioni a disposizione da quasi un anno per smaltire visite e interventi arretrati ne sono stati spesi meno di 3. Ancora troppo poche le assunzioni di medici e infermieri

Anche se l’appuntamento è per il pomeriggio anzichè di buon mattino, la sveglia per i direttori generali di Asl Aso domani suonerà forte. Dei 35 milioni di fondi ministeriali messi a disposizione dalla Regione, le aziende sanitarie ne hanno spesi finora meno di 3. Basterebbe già solo (si fa per dire) questo per capire come ci sia molto che non va sul fonte delle liste d’attesa, per la cui riduzione quell’enorme somma di denaro è destinata. Basta e avanza, anche se ritardi e inefficienze sul tavolo ne finiranno anche altri, per far decidere il presidente della regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi di convocare i manager.

Dalla loro nomina o riconferma, poco più di un mese fa, hanno avuto assegnato come obiettivo primario proprio la riduzione dei tempi di attesa, vecchia malattia della sanità piemontese acuita a dismisura dalla pandemia. Obiettivo che agli occhi di un governatore sempre più preoccupato e non meno irritato resta ancora troppo lontano, nonostante ci siano i soldi e ai vertici delle aziende siano state fornite linee guida, disposizioni e parametri. Cirio non aveva nascosto il suo disappunto neppure venerdì scorso quando a Verduno ospite dell’assemblea regionale dell’Aiop, l’associazione della sanità privata, il tema delle visite rinviate di mesi o, peggio di anni, degli interventi spinti avanti fino a quando non si sa, era stato al centro del dibattito anche per la proposta arrivata proprio dagli imprenditori della sanità di un patto con il sistema pubblico capace, a loro dire, di riportare la situazione alla normalità nel giro di un anno. A margine del convegno, il governatore aveva parlato dell’idea, anticipata dall’assessore, di un sistema di controllo sul piano affidato ai vertici delle Asl da assegnare a un esperto del settore. A circolare è il nome di Paolo De Paolis, ex primario chirurgo delle Molinette.

Uno dei problemi delle liste d’attesa è anche l’effettiva lunghezza dei tempi e il rischio che non sempre quelli indicati rispondano pienamente alla realtà. Insomma, il quadro non è detto non sia peggiore di quanto emerge dai dati ufficiali. Ai direttori generali Cirio e Icardi chiederanno risposte, non a parole ma nei fatti. Nessuno sottovaluta l’impegno, in termini di personale, richiesto per la campagna vaccinale, ma ciò non significa non dover strigliare chi ha la responsabilità di aziende dove talvolta le assunzioni sono andate e vanno a rilento, senza l’alibi delle risorse finanziarie, dove le agende faticano ad essere messe a disposizione, dove si impongono viaggi di decine e decine di chilometri a pazienti anche anziani per sottoporsi a un esame.

Dall’assessorato sono stati dei tempi massimi di attesa non superabili, è stato chiesto ai direttori generali di preparare i piani aziendali, ma come attestato anche da quel mancato impiego di quasi tutti i 35 milioni a disposizione ai ritardi su visite, esami e interventi si sommano quelli, ancor meno accettabili, proprio delle aziende per affrontare un’emergenza che rischia di essere non meno grave di quella prodotta dal Covid. Numerosi gli allarmi lanciati dai medici, di fronte a tempi troppo lunghi che non possono che influire sulla salute dei cittadini. Basti pensare che la rete Oncologica regionale ha stimato una riduzione degli screening di circa due milioni, mentre altre patologie come quelle cardiache hanno segnato un notevole aumento dall’inizio della pandemia.

Ancora pochi giorni fa la segretaria regionale di Anaao-Assomed, il principale sindacato dei camici bianchi ospedalieri, Chiara Rivetti ha ribadito la necessità di assumere, bandire concorsi e cercare di completare gli organici dei reparti, ridotti e depauperati negli ultimi dieci anni, ma anche di coinvolgere gli specializzandi del quarto e del quinto anno.

La delibera con cui la Regione ha stabilito la distribuzione dei fondi azienda per azienda e indicato le possibilità date alle Asl (dalle assunzioni, anche a tempo determinato, all’impiego di professionisti retribuiti a gettone, passando per orari delle attività ambulatoriale e chirurgiche dalle 8 alle 20 dal lunedì al sabato) è del 23 settembre del 2020. Poco meno di un anno fa. È vero che in mezzo di sono state altre due ondate del Covid, ma la sveglia decisa da Cirio e Icardi non suonerà a vuoto. Si spera.

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