CORTE DEI CONTI

Promossi i conti della Regione, faro su Finpiemonte e fondi Ue

Via libera al giudizio di parifica da parte dei giudici contabili, ma serve un'inversione di rotta sulla gestione della finanziaria regionale e un'accelerazione sulla spesa delle risorse europee. Investimenti troppo bassi soprattutto nella Sanità

La Corte dei Conti ha parificato il bilancio della Regione Piemonte. Semaforo verde, dunque, da parte dei giudici contabili che mettono il loro bollino sul rendiconto 2020 che certifica entrate per 14,8 miliardi, di cui 9,9 di natura tributaria, e spese per 14,7 miliardi. Ma attenzione, perché se da una parte risulta virtuosa la prosecuzione dell’iter di riduzione del disavanzo (che ora si attesta a 5,9 miliardi con un recupero rispetto al 2019 di 325 milioni), dall’altro serve “un’accelerazione” sui fondi europei e va rivista la gestione della cassaforte di piazza Castello, FinPiemonte.

“La situazione non è drammatica, ma l’operato dell’ente resta sotto osservazione, anche perché il rigore in un momento come questo è fondamentale” sono state le parole della presidente della sezione di Controllo della Corte dei Conti Maria Teresa Polito. Dal punto di vista finanziario, infatti, anche l’indebitamento è in progressiva diminuzione, ora sui 5 miliardi. Proprio Polito, però, durante la sua relazione introduttiva, ha posto l’accento anche sulla difficoltà del Piemonte di spendere almeno una parte dei fondi Ue. “Il livello di attuazione della programmazione 2014/2020 è ancora fortemente rallentato raggiungendo la spesa del Fesr, appena il 35% degli stanziamenti – afferma Polito –. Se si considera che la spesa dovrà essere ultimata e rendicontata entro giugno 2023, è evidente che solo un’accelerazione della stessa potrà scongiurare la perdita di risorse preziose per l’economia piemontese”. Una gestione preoccupante se si tiene conto che nei prossimi mesi il Piemonte dovrà gestire centinaia di milioni di euro nell’ambito del Recovery Fund, attraverso cui dovrà rimediare anche alla scarsità di investimenti fatti negli ultimi anni, vuoi per la pandemia vuoi per la situazione non florida delle casse pubbliche. Nel 2020 la Regione ha indirizzato alle spese d’investimento appena il 6,6% della propria spesa complessiva, mentre nel settore sanitario la percentuale è drammaticamente più bassa, pari all’1,1%. Motivo per cui c’è da auspicare che trovino concretezza gli auspici dell’assessore Luigi Icardi che di fronte ai giudici contabili ha parlato di 1,65 miliardi di investimenti programmati per rifare otto ospedali.

Più di una tirata d’orecchi arriva anche su FinPiemonte, su cui non mancano le perplessità relative al meccanismo di approvazione per silentium dei bilanci annuali consuntivi della gestione finanziaria dei fondi affidati alla società. “Tale modo di operare – fa notare la Corte dei Conti – costituisce un serio pregiudizio per il corretto svolgimento delle funzioni amministrative (…). La Sezione ha pertanto rinnovato la raccomandazione acché tale meccanismo di approvazione per silentium, previa modifica della Convenzione Quadro, venga sostituito con la previsione dell’adozione di atti di controllo che diano conto dei riscontri effettivamente svolti sulla corretta gestione dei fondi affidati e dei relativi esiti dotando le diverse Direzioni regionali di linee guida uniformi volte a definire modalità e tempi di svolgimento dei richiamati controlli”. Sempre riguardo FinPiemonte è emersa anche un’allarmante situazione riguardo i crediti deteriorati, quei crediti cioè di dubbia esigibilità. Si tratta di 3.500 posizioni aperte tra il 1988 al 2018 che cubano complessivamente per 106 milioni.

“In questo 2020 abbiamo camminato a fatica, ma credo con il passo giusto, e vogliamo andare avanti con impegno e determinazione – sono state le parole del governatore Alberto Cirio –. Ci aspettano mesi complicati, arriveranno importanti risorse, e noi vogliamo dare risposte adeguate”. Per far fronte alla pandemia la Regine ha messo a disposizione del territorio 602 milioni di risorse straordinarie, di cui 139 milioni provenienti dallo Stato. È proseguito anche il processo di riduzione delle partecipazioni regionali oggi ferme a 45, tre in meno rispetto al 2019. E sui fondi europei, assicura Cirio “l’accelerazione è già in atto: nei primi sei mesi del 2021 abbiamo certificato spese per 100 milioni raggiungendo la cifra complessiva di 438 milioni”.

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