VERSO IL VOTO

A Torino centrodestra forza 6

Sprint finale per presentare tutte le liste in cantiere. Dalla Sì Tav di Giachino ai lib-lab. Ma sono i tre partiti (Lega, FI e FdI) a spartirsi le circoscrizioni. Il Carroccio prenota la 5 per Crescimanno Jr, prosegue la querelle su Garcea alla 6. Tutti i nomi in ballo

Il più che probabile anticipo delle elezioni – dal 10 al 3 ottobre – con la data della presentazione delle liste fissata nei primissimi giorni di settembre ha ulteriormente accelerato le operazioni di reclutamento in una Torino in cui il voto inizia a essere percepito vicino anche da una cittadinanza finora piuttosto indifferente.

A destra Paolo Damilano dovrebbe poter contare su sei liste a sostegno, così come il suo avversario di centrosinistra Stefano Lo Russo. Un altro elemento che conferma l’equilibrio tra i due, in vista delle urne, con l’imprenditore accreditato di un leggero vantaggio al primo turno e il docente del Politecnico favorito al ballottaggio dove potrebbe beneficiare dei voti di una parte dell’elettorato pentastellato. A farla da padroni, nel centrodestra, sono certamente i partiti: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, cui dovrebbero essere affiancate la Torino Bellissima diretta emanazione del candidato sindaco, Sì Tav Sì Lavoro dell’ex sottosegretario ai Trasporti dell’ultimo governo Berlusconi, Mino Giachino e infine una non meglio specificata lista moderata e liberale pronta ad accogliere i transfughi del centrosinistra cui stanno lavorando l’ex vicesindaco Marco Calgaro e l’“azionista” Alberto Nigra, che si è da poco dimesso da responsabile enti locali del partito di Carlo Calenda. Difficile che tutte e tre le civiche riescano a presentarsi anche nelle circoscrizioni (se non duplicando nei quartieri i nomi di coloro che si presentano in Comune) visto anche il poco tempo a disposizione nel reclutamento soprattutto per l’ultima nata (o nascitura).

Chi si è portato avanti, almeno nella formazione da schierare per Palazzo Civico, è il MadaMino Giachino, vero promotore delle manifestazioni di piazza a favore della Tav nel 2018 e già presente alle scorse regionali al fianco di Alberto Cirio. Sarà lui stesso il capolista, seguito da “ben due conti” dice orgoglioso. Si tratta di Guido Calleri – figlio di Edoardo Calleri di Sala, uomo forte della Dc piemontese negli anni Settanta e Ottanta e primo presidente della Regione Piemonte tra il 1970 e il 1973 – e dello scrittore Francesco Cordero di Pamparato. Insomma, una lista col sangue blu nella quale figurano però anche imprenditori come Michelangelo Rossotto, un’altra scrittrice Nunzia Guadagno e poi “commercianti, professionisti e anche una pensionata, Albi Icardi, e una casalinga, Manuela Rabezzana” spiega Giachino che dopo aver accarezzato il sogno di una corsa in solitaria ha deciso di mettersi a disposizione di Damilano.

E mentre gli uomini del candidato sindaco cercano la (s)quadra, tra i partiti proseguono serrate le trattative per la spartizione delle presidenze di circoscrizione. La Lega ne chiede quattro su otto ma potrebbe essere  disponibile a chiudere a tre, l’importante per il coordinatore cittadino (e assessore regionale) Fabrizio Ricca e il deputato Alessandro Benvenuto, che insieme stanno conducendo le trattative, è blindare la 5 più due facilmente contendibili (come la 2 e la 8). Proprio alla 5 il nome su cui puntano i luogotenenti subalpini di Matteo Salvini è quello di Enrico Crescimanno, figlio dell’ex segretario generale di Palazzo Lascaris Sergio Crescimanno. Per la 2 il nome che circola è quello di Tiziana Salti mentre alla 8 potrebbe essere promosso il giovane consigliere uscente Stefano Delpero. In ballo, in casa Lega, c’è anche Federico Rolando, portavoce di Federtaxi Cisal, molto vicino a Ricca, che potrebbe essere schierato indifferentemente alla 1 o alla 4.

Il quadro è tutt’altro che chiaro, anche perché Forza Italia e Fratelli d’Italia proseguono nel loro braccio di ferro sulla 6, l’altra circoscrizione considerata vincente per il centrodestra: i berlusconiani puntano su Domenico Garcea, lontanissimo parente di Onofrio Garcea, boss della ‘ndrangheta, una vicinanza che ha portato Fratelli d’Italia a mettersi di traverso. La deputata meloniana Augusta Montaruli e il commissario cittadino Gaetano Nastri a Barriera di Milano potrebbero lanciare Valerio Lomanto ma sarebbero anche disposti a fare un passo indietro se Forza Italia cambiasse il suo cavallo (in alternativa ci sarebbe il commissario cittadino Marco Fontana). FdI rivendica inoltre la 7 per la sua storica militante, Patrizia Alessi sulla quale non c'è stato alcun veto della coalizione, mentre sulla ostica 3, dove il Pd è considerato molto forte, mette a disposizione della coalizione Massimo Di Miscio. L’altro esponente berlusconiano che dovrebbe ottenere la presidenza di un quartiere è infine Davide Balena, da oltre vent'anni anni candidato a ogni elezione comunale a presidente di qualche circoscrizione, considerato un jolly sul quale la dirigenza azzurra si è impegnata a fare di tutto per favorire la sua elezione. Va da sé che nessuno sgomita per la 1, l'unica considerata saldamente nelle mani del centrosinistra.

Resta l’incognita legata a Damilano. Avrà anche lui diritto a una circoscrizione? Al momento Forza Italia e Fratelli d’Italia non sembrano disposti a concederla e lui non pare intenzionato a stracciarsi le vesti per ottenerla.

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