PALAZZO LASCARIS

Ostruzionismo FdI sui referendum, nuovo braccio di ferro con la Lega

Meloniani sulle barricate per evitare l’approvazione dei quesiti sull’eutanasia legale (proposti dalle minoranze e sottoscritti da qualche consigliere leghista). Ma una guerriglia in aula farebbe slittare anche quelli sulla giustizia cari a Salvini

Alleati,concorrenti e sempre più spesso addirittura avversari. Il prossimo campo su cui si preparano a sfidarsi Lega e Fratelli d’Italia è quello dei quesiti referendari. E sebbene nel mirino ci sia una iniziativa dell’opposizione la mossa è studiata per mettere i bastoni tra le ruote al Carroccio. Ecco come. Il partito di Giorgia Meloni ha presentato a Palazzo Lascaris un centinaio di emendamenti, smaccatamente ostruzionistici, per ostacolare l’iter della proposta avanzata dal capogruppo di Luv Marco Grimaldi (assieme a quasi tutte le minoranze, con l’esclusione di Moderati e Monviso) per la legalizzazione dell’eutanasia. Il testo prevede l’abrogazione dell’articolo 579 del codice penale istituito con Regio decreto del 1930, il cosiddetto “omicidio del consenziente”; è lo stesso su cui da settimane i Radicali e pezzi della sinistra raccolgono le firme e dal momento che ne servono almeno mezzo milione, viene battuta anche l’altra strada prevista dalla Costituzione, quella cioè che ad avanzare il quesito siano almeno cinque assemblee regionali.

A insospettire (e non di meno indispettire) Fratelli d’Italia è la sottoscrizione del pdcr Grimaldi di tre consiglieri leghisti: Valter Marin, Federico Perugini e Mauro Fava. Che i salvinani siano disposti a far passare il provvedimento dell’opposizione pur di avere via libera sul proprio testo, quello legato ai quesiti sulla giustizia? Sì, perché nell’ordine del giorno del Consiglio la proposta di Grimaldi addirittura precede quella della Lega, altro elemento che ha fatto alzare più d’un sopracciglio tra i banchi di FdI che solo a questo punto ha reagito presentando i suoi cento emendamenti, mossa in grado di far slittare entrambe le proposte a settembre.

Dopo la rappresaglia minacciata dai Fratelli d’Italia pare che i tre leghisti abbiano disconosciuto le proprie firme sotto in calce al testo di Grimaldi dando la propria disponibilità a ritirarle. Maurizio Marrone vuole garanzie sul comportamento della Lega in aula: “Da forze politiche che non lesinano richiami alla tradizione cattolica dell’Italia mi aspetterei un maggiore equilibrio” dice l’assessore meloniano allo Spiffero in quello che lui stesso definisce “un appello in positivo”. Di certo, anche su questa partita è chiaro come non vi sia una strategia condivisa all’interno di un centrodestra in cui la Lega, pur di scendere a patti con il suo primo alleato, preferisce trattare in aula con le opposizioni.

Il Piemonte sarebbe la prima regione d’Italia a presentare la richiesta referendaria sull’eutanasia, superando anche quelle di centrosinistra: un primato di cui il capogruppo della Lega Alberto Preioni farebbe volentieri a meno ma che potrebbe essere disposto a digerire pur di vedere approvata prima della pausa estiva la sua di proposta, quella sui quesiti di riforma della giustizia tanto cari a Salvini su cui altre regioni – Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Sicilia – li hanno già approvati raggiungendo la quota minima di cinque regioni per sottoporre i quesiti direttamente alle verifiche della Cassazione e della Corte Costituzionale. 

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