VERSO IL VOTO

Torino ai tempi supplementari

Anche il più recente sondaggio certifica una situazione di stallo tra i due principali candidati alle comunali di ottobre. Damilano avanti (42-46%), Lo Russo insegue (39-43%): servirà il ballottaggio. M5s ago della bilancia?

In attesa dell’ultimo miglio i due principali candidati alle elezioni di Torino restano lì dove li avevamo lasciati. Paolo Damilano, sostenuto da tutto il centrodestra, è ancora avanti con una forchetta tra il 42 e il 46 per cento, non abbastanza per chiudere la competizione al primo turno; alle sue spalle l’alfiere del centrosinistra Stefano Lo Russo accreditato di un consenso tra il 39 e il 43 per cento.

È quanto emerge dalle intenzioni di voto di Opinio Italia (committente Rai) che hanno fotografato la situazione nelle principali città italiane a tre settimane dalla consegna delle liste. Secondo i sondaggisti i cittadini sembrano apprezzare “il profilo imprenditoriale di Damilano”, avvantaggiato anche dall’aver avviato con ampio anticipo la campagna elettorale, mentre dopo cinque anni alla guida di Palazzo Civico il Movimento 5 stelle potrebbe addirittura finire sotto la doppia cifra.  

Nell’ultimo mese entrambi si sono dedicati a operazioni di consolidamento delle rispettive squadre con l’imprenditore che ha stretto l’accordo con l’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino e la sua lista Sì Tav Sì Lavoro e con un drappello di fuoriusciti di Azione e Italia Viva che hanno dato vita a Progresso Torino, la terza civica della coalizione (l’altra è Torino Bellissima). A questo punto sono sei le liste a supporto di Damilano, le stesse su cui può contare Lo Russo, ammesso che i Moderati del bizzoso Giacomo Portas restino nel perimetro del centrosinistra.

A settembre, con la presentazione delle liste, è prevista la volata finale in cui la pentastellata Valentina Sganga potrebbe ritagliarsi un ruolo strategico di ago della bilancia in un probabile secondo turno. Il sondaggio di Opinio l’accredita tra l’8 e il 12 per cento, mentre tutti gli altri (Angelo D’Orsi di Rifondazione comunista e alleati, Giusi Di Cristina del Partito comunista, Ugo Mattei con la sua Futura, Davide Betti Balducci del Partito Gay) si attestano tra il 3 e il 7 per cento.

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