GRANA PADANA

Domo e pure vinto, Preioni e i mal di Panza della Lega

Il capogruppo in Regione e il senatore Montani costretti a ingoiare la candidatura a sindaco di Domodossola di Gandolfi, collaboratrice dell'europarlamentare milanese-ossolano. Che vuole mettere radici nel Vco e ipotecare lo scranno a Palazzo Madama

L’audace colpo dei soliti noti, Alberto Preioni ed Enrico Montani lo hanno tentato, dopo aver dato “il meglio” di loro in quel di Verbania dov’è recente il fuggi fuggi di consiglieri comunali dalla Lega, a Domodossola città che nel 1982 diede i natali al capogruppo leghista in Consiglio regionale cui, insieme al senatore suo sodale, è toccato l’amaro e scontato finale degno di Capannelle e Ferribotte.

Non sorridono per nulla, però, i vertici regionali sempre più irritati e maldisposti ad abbozzare ancora di fronte alle imprese preionesche e ai loro imbarazzanti risultati. Neppure giocando nel cortile di casa è riuscito ad evitare di correre verso la porta dopo essersi legata la scarpa destra con i lacci della sinistra e viceversa. Troppo anche per il capitano (con la minuscola) della squadra a Palazzo Lascaris

La partita per le comunali a Domodossola è di quelle più difficili per il centrodestra, per la Lega soprattutto. L’attuale sindaco Lucio Pizzi, che dal centrodestra è sostenuto ma da un po’ di tempo ha consolidato sue posizioni autonome molto apprezzate in città ma non digerite dai capataz dei partiti, una decina di giorni fa ha annunciato quel che la coalizione temeva: “Grazie di tutto, ma vado da solo”. Solo mica tanto, perché la scelta davvero civica di Pizzi è data come vincente. E alla base della quale certo non sono estranei quei baldanzosi ultimatum dell’immancabile Preioni: “Il sindaco dica se sta con la Lega o se usa la sanità per la sua campagna elettorale”.

Spara con un fucile a tappo, il capogruppo. La sanità vuole dire soprattutto il punto nascite per la cui riapertura il sindaco è andato avanti come un rullo compressore – “Non mi fido più della Regione” – con buona parte della città al suo fianco. Preioni va su tutte le furie, non ci pensa neppure un minuto a scaricare le responsabilità sul suo compagno di partito e assessore alla Sanità Luigi Icardi, ma ormai il sindaco ha deciso la sua strada, sulla quale s’incamminano anche tre consiglieri che lasciano la Lega. La situazione per il luogotenente salviniano è ormai fuori controllo, fuori dai gangheri per la sua gestione della vicenda sta andando il vertice regionale del partito. Ma non è finita qui.

Tra un paio di settimane bisogna presentare le liste e il candidato sindaco, cui affidare l’improba missione di contrastare il sempre più forte Pizzi. Un’occasione da non perdere per Preioni che anche questa volta può contare sulla sponda del parlamentare Montani. Preioni punta su Claudio Rapetti Lombardo, avvocato, consigliere comunale eletto cinque anni fa nella lista “Cattrini sindaco” che lo aveva portato nei banchi della minoranza. Una proposta, quella del duo Preioni-Montani, che dura niente. Riccardo Molinari, sempre più irritato, fa arrivare il suo niet inappellabile. Il piano dei soliti noti, mettere in campo una figura non marcatamente leghista, per poter poi condividere con gli alleati le responsabilità della sconfitta, fallisce di fronte all’intransigenza del segretario regionale.  

Il candidato sindaco sarà Maria Elena Gandolfi, approdata all’ufficio stampa del gruppo regionale posto poi lasciato per diventare collaboratrice dell’europarlamentare Alessandro Panza, già responsabile organizzativo del partito nazionale: una carriera milanese, ma ossolano di nascita. Natali e legami che il deputato europeo intende rafforzare anche grazie alla scelta della Gandolfi, accentuando la sua piemontesizzazione non certo solo per legittime ragioni sentimentali, tanto da aver manifestato l'intenzione di iscriversi alla Lega del Verbano-Cusio-Ossola. Panza punterebbe a un suo trasloco a Palazzo Madama, forse allertato di una probabile candidatura in Europa di un piemontese doc (qualcuno fa il nome di Massimo Giordano). Una candidatura che avrebbe il non secondario obiettivo del vertice piemontese e fors’anche nazionale, di stoppare una quarta legislatura per Montani e bloccare sul nascere velleità parlamentari del sodale Preioni sempre più, agli occhi dei vertici del partito, una versione speculare di Mister Wolf.

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