IL VIRUS DELL'ODIO

Cosa c'è dietro ai No Green Pass, l'occhio dei Servizi sulle proteste 

L'escalation delle minacce in cima all'agenda del Copasir. Borghi (Pd): "Infiltrazioni da parte di movimenti dell'estrema destra". Allarma la scelta del social per le chat: il canale russo Telegram. Oggi l'annunciata occupazione delle stazioni. Sale la tensione

Le schedature, i numeri di telefono, gli indirizzi, le liste di proscrizione. La tecnica dei no vax, malcelati dietro all'etichetta di no green pass, con obiettivo tutti coloro che sostengono l’importanza della campagna vaccinale – virologi, politici, giornalisti e altri ancora – è un salto all’indietro negli anni più bui della Repubblica, con l’aggravante della facilità data dai social per fornire in pasto a chiunque le potenziali vittime di attacchi che, ormai, tanto potenziali purtroppo non sono più. 

Le aggressioni ai cronisti dei giorni scorsi, le minacce arrivate alle istituzioni, di ieri quella al governatore del Piemonte Alberto Cirio, sono la conferma di un’escalation più che allarmante e da fermare al più presto. Liquidare come idioti coloro che alimentano un fronte minoritario ma non tanto esiguo da essere facilmente contrastato, sarebbe un errore gravissimo. Non individuare pericolose infiltrazioni nelle manifestazioni come quella annunciata per oggi nelle stazioni tesa a bloccare i treni sui quali è necessario il green pass, così come nelle chat che corrono a decine di migliaia su canali telematici, potrebbe portare a conseguenze ben più gravi di quanto si possa immaginare rimanendo su un giudizio superficiale di quanto sta accadendo e di chi alimenta questo clima d’odio e di violenza.

Il Copasir, il comitato parlamentare per i servizi segreti, ha acceso il faro sulla protesta no vax è intenzionato a chiedere un’informativa al Governo e questo tema sarà al centro dell’audizione di Franco Gabrielli, Autorità delegata per la sicurezza, in programma la prossima settimana. Già dallo scorso anno il Comitato aveva posto una particolare attenzione sul fronte dell'ordine pubblico, sia con audizioni sia con la richiesta di informative, sui possibili rischi di infiltrazioni e sulle minacce via web.

Enrico Borghi, deputato del Pd e responsabile Sicurezza del partito, è uno dei dieci componenti del Copasir. 

Onorevole Borghi spieghiamo perché quel che sta succedendo nelle piazze e sul web contro i vaccini è materia di estrema attenzione per la nostra intelligence. 
“Intanto diciamo che le incresciose vicende che abbiamo visto nel corso delle ultime ore con le minacce e le aggressioni nei confronti di alcuni giornalisti che stavano facendo il loro mestoere sono inaccettabili, così come le minacce a rappresentanti delle istituzioni. Un fenomeno in crescita che sta colpendo giornalisti, virologi, uomini delle istituzioni, personaggi politici. Questo è inaccettabile. Non ci può essere nessuna copertura morale, nessun giustificazionismo per chi usa la violenza. Quindi ci attendiamo che tutte le forze politiche, senza se e senza ma, stiano dalla parte della legalità e del rispetto delle regole. Abbiamo fin troppi esempi, nella nostra storia del nostro Paese di chi ha “flirtato” in passato con il sovversivismo e l’uso politico della violenza. Sono state pagine tristi e pericolose della nostra Repubblica, che non devono essere rivissute.

L’accelerazione delle audizioni del Copasir appaiono un indice della gravità e dei rischi di quanto sta accadendo. È così?
“È evidente che c’è un rischio di infiltrazione e di strumentalizzazione di questi movimenti da parte di settori dell’estrema destra organizzata che abbiamo già visto all’opera sia nella scorsa primavera in alcune manifestazioni a Napoli e a Torino, anche se in questa città ci furono pure frange anarcoidi che cavalcarono la protesta. Noi facciamo appello agli organizzatori delle manifestazioni affinché sappiano isolare in maniera molto netta coloro che strumentalmente vogliono agitare questi tipo di protesta per arrivare a finalità di carattere sovversivo e violento”.

I nostri Servizi, supponiamo, monitorino da tempo quanto sta accadendo. Nel frattempo la procura della Repubblica di Torino ha aperto un fascicolo canale Telegram no vax Basta dittatura!. Si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere aggravata dallo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall'utilizzo di strumenti informatici e telematici e di trattamento e diffusione illecita di dati personali su larga scala.
“La nostra intelligence lavora come sempre al meglio, la situazione è sotto controllo. Ha dei picchi in occasione di vicende di grande impatto emotivo, com’è l’introduzione del green pass”.

Onorevole Borghi, ma questi picchi sono naturali o indotti?
“Dietro questa vicenda c’è un incitamento all’odio ed evidentemente delle finalità, ovviamente non legali, finalizzate a creare le condizioni per le quali alcune persone siano individuate come simbolo. Non è normale che virologi, giornalisti e politici debbano essere messi sotto scorta per una vicenda di questo genere”.

I no vax hanno scelto soprattutto Telegram come mezzo di comunicazione e di diffusione dei loro messaggi. Solo la convinzione che sia meno controllabile o c’è altro?
“Intanto Telegram è russo. E ciò che si va incubando in queste giornate, dentro le chat, è qualcosa che va oltre la legittima protesta.

E la Russia recentemente ha eliminato iniziali limitazioni giustificando questa decisione con la lotta al terrorismo. Una decisione che può apparire sospetta, visto che in altre situazioni come in occasione della discussione dei vaccini obbligatori, negli anni scorsi, si è assistito a veri e propri bombardamento dei social da parte di hacker russi?
“Esatto. E credo sia necessario calare questa situazione in un contesto più generale. Stiamo vivendo una situazione particolare di crisi dell’Occidente all’indomani delle vicende afghane, siamo alla vigilia di importantissimi momenti istituzionali in Europa come l’elezione tedesche, quelle francesi e del Presidente della Repubblica in Italia che avranno un impatto molto forte e preciso sulla linea di indirizzo dell’Unione Europea. E abbiamo una situazione di latente tensione sociale che il Covid ha enfatizzato. Come dimostrato già in passato c’è chi ha interesse a soffiare sul fuoco”.

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