LOTTA AL COVID

"Meglio convincere che costringere".
Cirio contrario all'obbligo vaccinale

Il presidente della Regione Piemonte sulla scia di Salvini, ma ai no vax ricorda che che "l'80% delle persone che sono in un letto d’ospedale non sono vaccinate". Tamponi gratuiti per la scuola. Entro la metà di settembre almeno una dose agli studenti tra i 12 e 19 anni

“Siamo una Regione che ha sempre preferito convincere che costringere abbiamo adottato, e crediamo che sia giusto, l’obbligo vaccinale per certe categorie, come il personale sanitario e quello scolastico, o meglio laddove c’è un contatto diretto con i fragili: gli anziani, i bambini, le persone ammalate. Per tutto il resto crediamo nella libertà di adesione, ma anche nella libertà nostra di persone convinte che il vaccino sia la soluzione e che prima vacciniamo il più possibile delle persone prima usciamo definitivamente da questa crisi”. Alberto Cirio interviene nella querelle sull’obbligo vaccinale optando per una linea soft: nessuna imposizione, meglio continuare a tentare di convincere quanti – in Piemonte sono ancora oltre 800mila (non tutti, ovviamente no vax) – sono finora sfuggiti alla somministrazione. Una posizione che, sul piano politico, sembra più in sintonia con quella di Matteo Salvini che non con il fronte governativo del centrodestra: altro segnale del progressivo riposizionamento del governatore in vista della federazione tra Lega e Forza Italia.

Ai no green pass che anche oggi manifesteranno “dico che l’80% delle persone che in questo momento sono in un letto d’ospedale e stanno respirando attraverso un casco o un tubo non sono vaccinate. I numeri sono la risposta”. Per questa ragione “convincere è meglio che costringere e per farlo bisogna essere determinati nel dire, nel fare e nel documentare. Ma dall’altra parte, le persone devono essere disponibili ad ascoltare”. Secondo Cirio “bisogna però distinguere coloro che hanno paura, perché la paura è legittima, ce l’abbiamo avuta tutti, del virus, ma anche di un vaccino che si conosce poco. Ma il nemico è il virus e non il vaccino. E la paura deve essere sostituita dalla fiducia nella scienza”.

Nel presentare il Piano regionale Scuola Sicura, insieme agli assessori Elena Chiorino, Luigi Icardi e Marco Gabusi, titolari dell’Istruzione, della Sanità e dei Trasporti., Cirio si è soffermato sui dati dei ricoverati, sottolineando che dei venti pazienti in terapia intensiva, l’80% non è vaccinato. I degenti senza protezione ricoverati per Covid nei 158 reparti ordinari sono il 72%, mentre l’incidenza è di 37 casi ogni 100 mila persone e il tasso di positività è del 2%. “Il Piemonte è stabilmente in zona bianca e la campagna vaccinale corre veloce”, ha detto il presidente. Secondo i dati diffusi dal Commissario per l’emergenza Covid, il 64% della popolazione ha ricevuto due dosi di vaccino. In totale, di tratta di oltre cinque milioni di somministrazioni.

Leggi qui il "Piano Scuola Sicura"

L’obiettivo è ora quello di vaccinare entro la metà di settembre con almeno una dose tutti gli studenti di età compresa tra i 12 e 19 anni. Un modo per garantire il corretto svolgimento delle lezioni in aula e scongiurare il ritorno della Dad: “Vogliamo assicurare la scuola in presenza perché non c’è niente di più doloroso per un presidente o per un sindaco di firmare un’ordinanza di chiusura delle scuole”. Il modo per garantire questa condizione è uno: “Rispetto a un anno fa – prosegue – abbiamo uno strumento in più: il vaccino”. La Regione metterà a disposizione la possibilità di fare tamponi gratuiti: il servizio sarà attivo dal 6 al 19 settembre, per garantire una ripartenza in sicurezza delle attività scolastiche. “Prevediamo l’accesso gratuito agli hotspot regionali per tutto il mondo della scuola nel senso più estensivo. Ci sarà quindi la possibilità di avere tamponi gratuiti per studenti, docenti, personale scolastico, ma anche per chi lavora in una mensa scolastica”.

Leggi qui il "Piano Trasporti scolastici"

Sarà necessaria la terza dose in autunno? “Non faccio il medico – risponde il presidente – ma ho imparato che nelle crisi sanitarie la politica deve ascoltare i medici, quindi mi adeguerò a quelle che saranno le loro valutazioni. Il Piemonte è stata una regione tra le più performanti d’Italia nella campagna vaccinale su prima e seconda dose. Lo sarà, se il governo deciderà, anche sulla terza”.

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