VERSO IL VOTO

"Restituisci l'orgoglio a Torino".
Il viatico di Chiampa a Lo Russo

Faccia a faccia tra i due nel giorno dell'apertura della campagna elettorale. Il sindaco olimpico in campo per l'aspirante erede non si risparmia e lancia frecciate agli avversari: "Hanno scoperto che questa città è bellissima, chissà di chi è il merito"

Il colpo a sorpresa Sergio Chiamparino se lo tiene per il gran finale quando il faccia a faccia con Stefano Lo Russo è ormai ai titoli di coda: “Se potessi davvero passarti un testimone – dice l’ex sindaco – io vorrei che tu facessi di tutto, e anche qualcosa di più, per ridare l’orgoglio a Torino”. Così si congeda di fronte a quasi trecento tra candidati, militanti e qualche passante, mentre l’aspirante primo cittadino, al suo fianco, non si fa pregare e quel testimone lo riceve: “Ho iniziato la mia avventura amministrativa nel 2006, proprio con Sergio, in una città che aveva vissuto le Olimpiadi. Andavamo ancora in giro con quelle magliette, posso dirlo: Torino allora era proprio figa”. Altro che bellissima, tanto per non citare il claim scelto dal candidato di centrodestra Paolo Damilano.

I due hanno dibattuto per oltre un’ora nell’area pedonale di piazza Delpiano, adiacente al comitato elettorale di Lo Russo; tra i presenti anche Valentino Castellani, citato e acclamato. In prima fila l’ex deputata Paola Bragantini in versione groupie con la maglietta “Lo Russo sindaco”, sulle gradinate anche l’ex ct della Nazionale di volley Mauro Berruto, oggi membro della segreteria di Enrico Letta e l'ex assessore allo Sport Giuseppe Sbriglio. Insomma facce vecchie e nuove per un candidato che prova a risalire la china dopo la partenza in salita. “C’è un clima migliore, Stefano si è sciolto, parla con tante persone ogni giorno e ottiene riscontri favorevoli” ammette Mario Giaccone, coordinatore della lista civica nata al fianco di Lo Russo. Chiamparino, intanto, pungola bonariamente l’aspirante erede: “Stefano è un secchione, un uomo preparato ma di quelli che passano i compiti ai vicini di banco in difficoltà, uno di quelli che sanno lavorare in team. Un sindaco deve muoversi così”.

Quanto sembrano lontani i tempi in cui i due proprio non si prendevano, con l’allora governatore impegnato a tessere le trame della concordia istituzionale con Palazzo Civico mentre il capogruppo in Sala Rossa si sentiva isolato anche nel suo partito a fare opposizione a Chiara Appendino. Se le sono dette, ora sono fianco a fianco e non solo da un punto di vista formale. “Sergio si sta muovendo sul serio e sulla sua agenda ci sono ancora tanti numeri di telefono” rivelano con soddisfazione dall’entourage di Lo Russo. “Un cambio di fase e di ruolo” per Chiamparino, come lui stesso tiene a sottolineare “che richiede anche qualche segnale esteriore” dice riferendosi alla folta barba bianca da vecchio saggio che sfoggia ormai da qualche tempo.  

Tra i candidati alla Sala Rossa e alle varie circoscrizioni c’è chi prova anche qui a raggranellare qualche preferenza, mentre i due protagonisti si confrontano: il primo prova a delineare con dovizia (fin troppa) i punti del suo programma, l’altro fa il gigione e subito diventa mattatore della serata senza risparmiare frecciatine agli avversari: “Ma se Torino è bellissima non sarà perché in anni di governo il centrosinistra – prima, durante e dopo le Olimpiadi invernali – ha fatto tante e tante cose per renderla più attrattiva, ricca di stimoli e opportunità? C’è qualcuno che lo scopre ora andando a fare l’aperitivo sul Po, la cosa mi fa un po’ sorridere”. Ce n’è anche per Matteo Salvini che “andava in Valsusa con la maglietta No Tav” e ora sfila al cantiere di Chiomonte a sostegno dell’opera.

Lo Russo si concentra sulle periferie, cita la signora di corso Cincinnato che recrimina per i troppi investimenti fatti a Torino Sud, Chiamparino parla del Po che “può essere valorizzato ancora di più a fini turistici”. Lo Russo coglie e promette la riapertura dei Murazzi entro il 2022 e un sindaco della notte per gestire la movida. Tra chi ascolta anche un drappello di giovani, molti sono candidati. E apprezzano. La photo opprtunity dopo è d’obbligo. “La partita è aperta, ora finalmente è da queste parti che soffia un po’ di vento in poppa”.

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