RETROSCENA

Regione, la Lega apre al rimpasto. Ma prima si cambierà lo Statuto

In due cene novaresi definito il percorso che porterà a nuovi ingressi nella giunta Cirio. Molinari chiede di aumentare il numero di assessori esterni, Lanzo presenta la proposta di legge. Il governatore d'accordo: "Attrezzarci al meglio per il rilancio"

“Bisogna fare il tagliando”. La frase è risuonata venerdì scorso, durante la cena novarese, più di quanto accada in un’autofficina. La macchina oggetto della necessità di revisione è quella al cui volante sta dal giugno del 2019 Alberto Cirio, anch’egli attovagliato la sera successiva con lo stato maggiore leghista nella città ormai sinonimo di potere forte all’interno del partito di Matteo Salvini in Piemonte. L’uso del vocabolario automobilistico per tradurre quella che nella Prima Repubblica sarebbe stata una “verifica” apre alla necessità di un cambio di marcia e di un’accelerazione, arrivate dall’azionista di maggioranza della coalizione e, di fatto, condivisa dal governatore. Per rendere l’idea della forza necessaria a questa azione di svolta che, mese più mese meno, andrà a coincidere con il giro di boa di metà legislatura, salta fuori pure un’altra immagine: quella della “scossa”. Se poi, come probabile, qualcuno dell’attuale esecutivo ci resterà fulminato non sarà un effetto collaterale, ma uno degli obiettivi sui quali, tra antipasto e dolce, Cirio ha ripetuto di condividere. 

Venerdì sera al tavolo con la nomenclatura novarese con l’ex sindaco Massimo Giordano, quello attuale pronto alla riconferma, Alessandro Canelli, l’assessore Matteo Marnati, il consigliere regionale Riccardo Lanzo e pure il capogruppo a Palazzo Lascaris Alberto Preioni, il segretario del Carroccio piemontese Riccardo Molinari ha manifestato, forse per la prima volta in modo così esplicito, di condividere obiettivo e percorso. Ventiquattr’ore dopo il governatore ha colto al volo i segnali rilanciando da par suo. “Dobbiamo uscire dalla fase emergenziale, imposta dalla pandemia, e attrezzarci per sostenere e irrobustire il rilancio”, questo in sostanza il ragionamento di Cirio, con ovvi riferimenti al Pnrr e “a una mutata situazione” che richiede azioni più incisive e innesti nella squadra di governo regionale. E qui sta il punto.

Per svoltare bisogna cambiare e per cambiare almeno un po’ la composizione della giunta senza doversi limitare a rimescolare pescando solo tra gli eletti serve un altro cambio, quello delle regole. Su questo Molinari non ha mai mollato in punto. Per il segretario regionale se cambi di deleghe ci devono essere, e lui non si è mai opposto all’idea, è indispensabile che prima venga modificato lo statuto con il superamento del limite degli assessori esterni, ovvero non eletti, fino ad oggi fissato a tre. 

Un vecchio proposito pure della precedente amministrazione che però finiì nel nulla, seguendo la sorte della riforma elettorale. Adesso un passo importante lo si è fatto. Entro la settimana Lanzo depositerà una proposta di legge del gruppo leghista per la modifica dello statuto e il suo incardinamento è previsto a breve, il completamento dell’iter con tanto di doppio passaggio in aula può realizzarsi in quattro-cinque mesi. Fine anno o più verosimilmente inizio 2022: da lì potrebbe cambiare molto. La poltrona più importante, dopo quella del governatore, ovvero la delega alla Sanità è da tempo nel mirino di Cirio. I tentativi di giubilare Luigi Icardi ormai si non si contano più. Il non facile rapporto tra presidente e assessore è noto anche ai sassi, meno palese ma non meno importante il fronte critico nei confronti dell’inquilino di corso Regina all’interno del suo stesso partito. Ancora poche settimane fa proprio Lanzo si preparava a dover trattare di ospedali, medici di famiglia e liste d’attesa, pronto a intraprendere una strada sulla quale Cirio sarebbe stato pronto a incamminarlo. Adesso il vicecapogruppo spiega ai suoi che sarebbe disponibile se a chiederglielo fosse oltre al governatore anche il partito, come dicevano i democristiani scalpitanti per un incarico, nella figura del suo leader nazionale, oltre che quello regionale.

Molinari ha finora difeso Icardi, quasi certamente continuerà a farlo se l’alternativa resta nel novero degli eletti. Diverso, probabilmente, lo scenario nel momento in cui si potrà pescare all’esterno e il tagliando non si limiterà alla Sanità e poco altro (lo scambio di deleghe tra Marco Protopapa e Fabio Carosso), ma avverrà con la sostituzione di più di un pezzo della macchina. E se, come sollecitato durante la cena novarese, dovrà esserci la scossa sarà da vedere chi ne resterà folgorato sulla via di casa e non di Damasco. E chi maneggerà i fili, facendo molta attenzione.

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