POLITICA & LAVORO

FdI e Lega si accapigliano sulle spoglie dell'Embraco

Mentre i lavoratori continuano a essere senza prospettive, i due principali partiti del centrodestra si rinfacciano le responsabilità. Delmastro accusa Giorgetti: "Hai la stessa linea di Calenda". Affondo di Preioni contro Chiorino: "Ti comporti da militante"

Un duello che ormai va avanti da mesi. E sulle spoglie dell’ex Embraco di fronte ai lavoratori che ancora sperano (invano) in un rilancio di quel sito, continuano a darsele Lega e Fratelli d’Italia, sempre più concorrenti che alleati, a maggior ragione ora che siamo a poche ore dalle amministrative in cui il partito di Giorgia Meloni incalza Matteo Salvini.

“Sulla crisi Embraco, Giancarlo Giorgetti continua la triste linea fallimentare dell’ex ministro Carlo Calenda. La delusione esternata dai tanti lavoratori che ieri hanno incontrato l’attuale titolare dello Sviluppo economico rivela non soltanto il grave stallo della trattativa, con il tavolo di concertazione non ancora convocato dal ministero dello Sviluppo economico, ma indica soprattutto la confusione e la mancanza di progetti su come risolvere la crisi”. A parlare non è il Pd ma il parlamentare biellese di FdI Andrea Delmastro. È stato lui, assieme all’assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, non a caso dello stesso partito, a perorare con i lavoratori la soluzione di Italcomp che, secondo il Mise, è invece impraticabile. Un braccio di ferro tra i due partiti che sta tenendo in scacco soprattutto i quattrocento addetti, che da anni cercano di capire quale possa essere la via d’uscita di una crisi infinita.

Ieri, in un incontro con i lavoratori del’ex Embraco, Giorgetti ha promesso che dopo le amministrative convocherà un tavolo per spiegare nel dettaglio cos’ha fatto finora il Governo, cosa intende fare e soprattutto perché la strada Italcomp è impraticabile. Ma a Delmastro non basta: “Ci sono centinaia di famiglie che da anni aspettano un segnale chiaro da parte delle istituzioni e che invece continuano a essere colpevolmente abbandonate in un limbo nel quale spicca la totale assenza di visione e di idee. Dai rappresentanti del governo Draghi ci saremmo aspettati quantomeno una netta discontinuità rispetto agli innumerevoli errori commessi in passato da parte di chi non aveva neanche l’ardire di farsi appellare come il governo dei migliori”.

A rispondere a Delmastro ci pensa il capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris Alberto Preioni: “Innanzitutto l’onorevole dovrebbe prendere atto che, come chiesto dalla Lega in Consiglio regionale, il ministro si è impegnato a convocare un tavolo sulla vertenza nei primi giorni di ottobre. In secondo luogo, accusare l’attuale titolare del Mise di comportarsi come i suoi predecessori è un gesto di opaca lealtà politica. A differenza di quanto avvenuto nei tre esecutivi precedenti, nessun politico della Lega, tantomeno il ministro allo Sviluppo economico, ha illuso i lavoratori con promesse che si sapevano irrealizzabili. Non era lui che brindava alla nascita di progetti che sarebbero poi finiti nei fascicoli della magistratura. Non era lui che mal consigliava madri e padri di famiglia di non accettare buonuscite pur di restare all’interno di un’azienda ormai decotta. Non era lui che offriva garanzie su una sorta di “assunzione di Stato” se le cose fossero volte al peggio”. E poi Preioni attacca direttamente l'assessore Chiorino quando ricorda a Delmastro che l’“assessore al Lavoro della Regione è pur sempre espressione del suo partito. Prendendo atto che, oltre a invocare tavoli interministeriali ottenuti poi dall’azione politica del Carroccio, sulla vicenda Embraco ha soprattutto attaccato l’attuale Governo. Indossando più la casacca della militante di un partito che oggi a Roma è all’opposizione di quanto ci si possa aspettare da una rappresentante delle istituzioni piemontesi. Anche ignorando i vincoli di lealtà di una coalizione che si prepara a sfide elettorali come quelle per la guida di Torino e Novara”.

E sull’Embraco battibeccano anche i due candidati a sindaco di Torino. “Sono interdetto nel vedere Giorgetti venire a Torino e non prendersi mai nessun impegno” è l’attacco sferrato da Stefano Lo Russo (Pd). Lo stesso Lo Russo che, oltre a Embraco, cita anche la gigafactory promessa a Torino e finita a Termoli e la fabbrica Intel “neanche più nell’orizzonte – dice – della città”. Secca la replica del suo avversario di Torino Bellissima e del centrodestra, Paolo Damilano: “Giorgetti – sottolinea – si è preso l'impegno di pagare per due anni i lavoratori Embraco a chiunque decidesse di assumerli”. A trovarli però.

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