LA DISFIDA DELLA MOLE

"Nessun apparentamento al ballottaggio"

Il candidato del centrosinistra Lo Russo nega ogni possibilità di accordo con i partiti rimasti fuori dal secondo turno. "Parlerò ai cittadini di Torino, abbiamo molte cose in comune con gli elettori delle altre liste"

Sergio Chiamparino è stato tra i primi a parlare mentre i primi exit poll e proiezioni iniziavano a fotografare il vantaggio di Stefano Lo Russo su Paolo Damilano e l’ex sindaco, tra i principali sponsor del prof del Politecnico, aveva indicato la via: “Nel 2001 mi ritrovai testa a testa con il mio avversario, il primo partito fuori dalle due principali coalizioni era Rifondazione e io non chiesi nessun apparentamento, mi rivolsi ai cittadini”. Una strategia condivisa in pieno da Lo Russo: “Nessun apparentamento l’abbiamo detto fin dal primo turno, non ci sono esigenze di fare apparentamenti, ma soprattutto abbiamo una cosa che si chiama coerenza e in politica credo sia molto importante”. Il Pd infatti aveva rifiutato l’alleanza al primo turno con i pentastellati facendo andare su tutte le furie Chiara Appendino, tessitrice di una soluzione civica che potesse portare alla convergenza dei due principali azionisti del Conte 2. Così non è stato e ora Lo Russo ribadisce: “Abbiamo costruito un programma che crediamo credibile anche per gli elettori che al primo turno hanno votato altri candidati – dice –. Crediamo che sotto il profilo dei diritti, dell’ambiente e della lotta alle diseguaglianze ci siano moltissimi punti di contatto con molti elettori che non ci hanno votato e che magari potrebbero votarci al secondo turno”. Si rivolge agli elettori del M5s, certo, ma anche a quelli delle varie liste di estrema sinistra (prime fra tutte quelle che hanno sostenuto lo storico Angelo D’Orsi).

Lo Russo ha parlato di “risultato incoraggiante che è stato possibile grazie alla grande compattezza che ha dimostrato la coalizione, che ha lavorato fin dal primo giorno con una grande unità di intenti e su un programma ben definito”. Per il candidato del centrosinistra  il prossimo ballottaggio “l’avversario da battere adesso è Paolo Damilano, la destra di Salvini e Meloni, ed è su questo che caratterizzeremo i prossimi quindici giorni”.

Un altro che di ballottaggi se ne intende è Valentino Castellani, sindaco a Torino dal 1993 al 2001. Proprio nell’anno della sua prima elezione al primo turno aveva ottenuto solo il 20,3% dei voti, distante 16 punti dal comunista Diego Novelli. La sfida sembrava impossibile eppure al ballottaggio riuscì a prevalere lui: “Le sorprese positive sono sempre gradevoli – dice l’ex primo cittadino –. Adesso c’è da giocare una partita di ritorno, che è una partita nuova, e io metterei nell'agenda del sindaco quel 50 per cento che non ha votato, credo sia una grossa occasione che ha la Città come istituzione, quindi il sindaco, di ricostruire un rapporto di fiducia con quella parte di città che sembra disinteressata al momento più importante”.

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