IN BALLO(TTAGGIO)

Letta: "Niente accordi coi 5 stelle"

Dal Nazareno piena sintonia con Lo Russo. "Parleremo ai cittadini, cercheremo di convincere gli elettori disposti ad ascoltare le nostre ragioni". Il segretario Pd atteso a Torino nei prossimi giorni

Nessun apparentamento. S’impone la linea di Stefano Lo Russo anche al Nazareno da dove Enrico Letta nega la possibilità di “accordi di governo basati su posti e assessorati”. Piuttosto “faremo una proposta ai cittadini, cercheremo di convincere gli elettori disposti ad ascoltare le nostre ragioni” afferma il segretario, atteso a Torino nei prossimi giorni per dare manforte al suo candidato sindaco. Una linea di condotta che pare essere uniforme in tutte le principali realtà al voto, a partire proprio da Torino e Roma, dove peraltro dopo cinque anni di amministrazione pentastellata contrastata dal Pd in qualità di primo partito d’opposizione, ora è difficile pensare che i gruppi dirigenti s’accordino formalmente. Diverso è invece rivolgersi ai cittadini, soprattutto a quell’elettorato cinquestelle che oggi è essenzialmente un elettorato contiano, più propenso, dunque, a premiare il centrosinistra che un centrodestra a trazione Lega e Fratelli d’Italia.

A Torino Lo Russo ha addirittura sottoscritto un impegno con i Moderati per escludere ogni tipo di accordo con chi ha “mal governato la città” e ora ha ribadito che per “coerenza” non chiederà il voto a chi ha contestato per cinque anni. Piuttosto lo chiederà ai suoi elettori. “Abbiamo costruito un programma che crediamo credibile anche per gli elettori che al primo turno hanno votato altri candidati – è la posizione di Lo Russo –. Crediamo che sotto il profilo dei diritti, dell’ambiente e della lotta alle diseguaglianze ci siano moltissimi punti di contatto con molti elettori che non ci hanno votato al primo turno e che magari potrebbero votarci al ballottaggio”. Messaggio da recapitare ai sostenitori del M5s, certo, ma anche a quelli delle varie liste di sinistra fuori dalla sua coalizione, a partire da quelle che hanno appoggiato lo storico Angelo D’Orsi.

“II ballottaggio – è la tesi di Letta – non è una continuazione del primo turno, con gli screzi e i veleni della campagna elettorale”, piuttosto una “nuova partita” in cui sarà necessario innanzitutto riportare alle urne chi già ci è andato al primo turno, poi stanare una parte di quella maggioranza silenziosa che è rimasta a casa e infine provare a convincere chi ha votato altri candidati e ora dovrà scegliere forse più per esclusione, come spesso capita al secondo turno.

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