PANEM ET CIRCENCES

Eurovision, il "gioco di squadra" è cacciare 7 milioni

Per ottenere la kermesse canora Comune ed enti pubblici hanno aperto il portafoglio fino a vincere l'asta messa in piedi dalla Rai. Ma che fine hanno fatto le analisi costi-benefici prima di investire su un grande evento? Siamo fuori di testaaa

Un tripudio di felicità: l’Eurovision nella città dei gianduiotti! “Siamo fuori di testaaa”. Altro che Maneskin, il palco se lo prendono i politici. Da Roma a Torino non c’è parlamentare, consigliere, assessore o ministro che non abbia sentito il bisogno di esternare tutto la soddisfazione per l’Olimpiade canora di cui fino a un anno fa i più ignoravano l’esistenza. A dar retta a cotante dichiarazioni si tratta di un evento in grado di portare la Mole al centro del mondo. Per il deputato del M5s Davide Serritella l’Eurovision è stato “una grande testimonianza di visione” (nientepopodimeno), la consigliera regionale leghista Sara Zambaia quasi si commuove: “Ci abbiamo sempre creduto”, il viceministro al Mise Gilberto Pichetto e il governatore Alberto Cirio sottolineano il “gioco di squadra tra enti e istituzioni”, Chiara Appendino organizza in fretta e furia una diretta social per godersi gli ultimi scampoli di notorietà, il leader pentastellato Giuseppe Conte spiega come “ne beneficerà chi ci ha criticato”, i ministri Luigi Di Maio e Mariastella Gelmini si dichiarano felici per Torino, i candidati a sindaco Paolo Damilano e Stefano Lo Russo non stanno nella pelle (in campagna elettorale non si butta via niente). Persino la Mole stasera sarà illuminata a festa.

Ma come ha fatto Torino a essere tanto brava? Quale gioco di squadra ha consentito alla città di sbaragliare la concorrenza? In soldoni ha aperto il portafoglio. Nessun’altra città, nella gara al rialzo lanciata dalla Rai e che ha coinvolto tra le altre Bologna, Roma e Rimini (l’ultima ad arrendersi), ha ritenuto di dover spendere 7 milioni per ospitare l’Eurovision. La regina della Romagna si è fermata a sei milioni. E a Torino chi paga? Dunque, a quanto pare 2 milioni li assicura il Comune, 1,5 milioni la Regione, 500mila euro ciascuno Compagnia di San Paolo e Camera di commercio. Quel che resta si sono impegnati a metterlo Fondazione Crt, Iren e una serie di altri sponsor. Ma l’analisi costi-benefici che Appendino aveva promesso di fare prima di investire soldi per un grande evento dov’è? Chi l’ha redatta e poi asseverata? Quanto al ritorno d’immagine, alzi la mano chi riocorda le ultime tre città che hanno ospitato la kermesse. “Siamo fuori di testaaa”.

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