IN BALLO(TTAGGIO)

M5s diviso tra Lo Russo e Damilano,  Mister Sganga vs Signor Appendino

Sindaca e candidata sindaca restano formalmente silenti ma parlano attraverso i rispettivi compagni. Endorsement di Lavatelli per il candidato di Lega e FdI, mentre l'ex presidente della Sala Rossa si schiera con l'alfiere del centrosinistra

Siamo alla disfida dei ventriloqui. Le mogli hanno promesso l'una all'altra che non si sarebbero esposte e così per far sapere come la pensano fanno uscire pubblicamente i rispettivi mariti o compagni. Succede anche questo nella casamatta grillina dove Chiara Appendino e Valentina Sganga restano su fronti contrapposti. La sindaca al fianco di Paolo Damilano, la capogruppo uscente con Stefano Lo Russo. Per evitare di far emergere la spaccatura le due sono rimaste finora silenti ed è probabile che non si pronunceranno. Mariti e compagni però non le mandano certo a dire. Nel giro di dieci minuti Marco Lavatelli, consorte della prima cittadina, e Fabio Versaci – consigliere comunale, già presidente della Sala Rossa e compagno della candidata a sindaco – sono usciti con due post opposti su facebook.

“Al ballottaggio voterò Paolo Damilano” dice il signor Appendino, confermando ciò che attraverso uno pseudonimo (Marcol Ava) aveva scritto ieri. “Il 17 ottobre andrò a votare Stefano Lo Russo” replica mister Sganga. Le motivazioni che spingono i due sono ormai note: Lavatelli sceglie il candidato del centrodestra perché si tratta di una “candidatura innovativa, indipendente e civica” e poi perché in fondo la famiglia Appendino ha un debito di riconoscenza verso quella parte politica da cui nel 2016 sono arrivati i voti per sconfiggere Piero Fassino; per Versaci invece “non votare Lo Russo solo perché ci ha fatto una dura opposizione, spesso sbagliando, non credo abbia senso. Le scelte elettorali non possono essere dettate da sentimenti di rivalsa o di vendetta”.

Così il Movimento 5 stelle si presenta spaccato in due alla vigilia dell’assemblea di questa sera in cui il gruppo dirigente è chiamato all’analisi del voto e soprattutto a una riflessione in vista del secondo turno. Che fare? La sensazione è che la maggioranza degli attivisti sia più propensa a votare il candidato di centrodestra, per rispetto nei confronti della sindaca ma anche per una certa antipatia verso l’alfiere del Partito democratico. Difficile dimenticare i cinque anni in cui l’ex arbitro di calcio si è seduto sugli scranni dell’opposizione a fischiare i falli dell’amministrazione pentastellata. I rapporti di forza, però, potrebbero cambiare se si tiene conto di tutta la platea elettorale grillina, cioè di un partito che ormai è profondamente “contiano” e in quanto tale persegue un’alleanza strutturale con il Pd.

Non sfugge che in tutta Italia il M5s o è andato da solo o con il centrosinistra e le uniche città in cui ha evitato la disfatta sono state Napoli e Bologna dove ha vinto al primo turno trainato dai dem e dai suoi alleati storici. A Roma Giuseppe Conte prepara l'appello al voto per Roberto Gualtieri che è stato suo ministro dell’Economia nel governo con il Pd, nonostante Virginia Raggi la pensi diversamente. E a Torino? Sul capoluogo piemontese l’ex premier non si espone e non si esprime. Almeno per ora. 

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