LA (S)QUADRA

Qualche mugugno ma niente fronda,
il Pd alle prese con il ciclone Lo Russo

Dopo le lamentele dei consiglieri Tosto e Cerrato, la vicesegretaria Canalis spara sul sindaco, ma Furia corre ai ripari: "Posizione personale". Dall'ala sinistra Saluzzo giura fedeltà al primo cittadino. E intanto partono le trattative per le cariche consiliari

Due settimane, massimo tre, per ricucire lo strappo, dosando sapientemente l’arte della diplomazia con la seduzione del potere. Dopo aver mostrato il lato più decisionista, nella composizione della giunta, ora Stefano Lo Russo non sembra intenzionato a svelarne uno più incline all’accomodamento (e men che meno a tornare sui suoi passi). Tra le correnti serpeggia un certo malumore, nelle chat più o meno allargate non mancano le accuse di aver mortificato il suo partito ma si tratta di sfoghi isolati. Non c'è una fronda, anzi il neo sindaco ha già iniziato a esercitare la sua forza centripeta nei confronti di chi oggi ne apprezza mosse e piglio. E poi in ballo ci sono ancora posizioni importanti come la presidenza della Sala Rossa e il delicatissimo ruolo di capogruppo del Pd, i rispettivi vice e le presidenze di tutte le commissioni consiliari. Qui i dem faranno man bassa per bilanciare, almeno in parte, l'onta dei soli tre assessori nominati in giunta. Ruoli strategici cui si sommeranno quelli in Città Metropolitana, quando sarà rinnovato il Consiglio con le elezioni di secondo livello. L'onere di comporre il mosaico tenendo "tutti dentro" spetta ancora una volta al suo ufficiale di collegamento, Daniele Valle, che gli è stato accanto sin dall'inizio della campagna elettorale.

Gli unici a sparare pubblicamente contro la diligenza sono stati ieri i consiglieri Claudio Cerrato e Simone Tosto, che avevano perorato la causa di Enzo Lavolta in giunta: “Abbiamo sostenuto lealmente la candidatura di Lo Russo sulla base di un progetto unitario che invece non si riesce a scorgere dai suoi primi atti concreti”. Dichiarazioni vissute dal diretto interessato come un atto di aperta ostilità. Ancora più dure le parole della vicesegretaria del Pd piemontese Monica Canalis, consigliera regionale ed esponente di spicco della corrente cattodem che fa capo al deputato Stefano Lepri. In una chat “di area”, ma parlando “da vicesegretaria del Pd più che da esponente di Share”, Canalis incolpa Lo Russo di aver premiato con quattro assessorati “i partiti minori” che “tutti insieme hanno raccolto solo il 13%”, mentre ha assegnato al Pd “che ha preso il 28%, solo tre assessori su undici”. Un sistema che, almeno aritmeticamente, non sta in piedi secondo Canalis e che anzi testimonia “volontà di dominio e controllo” da parte del sindaco e “di eliminazione dei competitor politici, più che di capacità di inclusione e mediazione”. Poi ci va giù ancora più dura definendo quello del primo cittadino “un modello di leadership un po’ discutibile”. Canalis è al vertice di una componente che già esprime un presidente di Circoscrizione – Luca Rolandi alla 2 – e che in virtù di due consiglieri eletti (Vincenzo Camarda e Amalia Santiangeli) ambiva a portare un assessore in giunta (Francesco Brizio di Ciriè). Così non è stato. La sua chiosa suona quasi come una minaccia:  “Valutiamo sul medio periodo e, come Pd, vi assicuro che garantiremo al nostro sindaco da un lato lealtà e cooperazione e dall’altro la nostra piena autonomia e non subalternità. A maggior ragione visto che questa giunta è così poco espressione del Pd”. Dichiarazioni che tuttavia il segretario piemontese Paolo Furia si affretta a rubricare come una “posizione personale”. “In questo momento – dice Furia allo Spiffero – mio interesse è garantire un canale di dialogo diretto tra il sindaco e il Pd”.

È piena di mine (vaganti) la strada che porta a una ricomposizione del quadro, soprattutto all’interno del Pd, il partito che esprime anche il sindaco oltre ai tre assessori. In questo momento Lo Russo può contare su un gruppo consiliare che almeno per metà è pienamente allineato a lui: si tratta di Pietro Tuttolomondo, Maria Grazia Grippo e Angelo Catanzaro (espressione della componente capitanata dal senatore Mauro Laus), Ludovica Cioria e Luca Pidello (vicini a Valle), Ahmed Abdullahi, coinvolto dal neo assessore Chiara Foglietta e Lorenza Patriarca. Una pattuglia che proprio in queste ore sembra destinata ad aumentare ulteriormente di numero: prova ne è l'adesione di Alberto Saluzzo, consigliere storicamente legato all'ala sinistra del partito e in particolare alla vicepresidente del Senato Anna Rossomando. Si tratta di 8 consiglieri sui 17 dem, più il sindaco 9.

A loro vanno aggiunti i rappresentanti di due componenti alleate ma deluse per l’esclusione dalla giunta. I due consiglieri di Lepri e i tre direttamente collegati al capogruppo in Regione Raffaele Gallo: Tony Ledda, Caterina Greco e Anna Borasi. È con questo gruppo che gli sherpa di Lo Russo hanno già iniziato a ricucire. La sinistra, quella storicamente più avversa al neo primo cittadino, si riduce così a quattro consiglieri: Nadia Conticelli – che tuttavia sta lanciando segnali concilianti – Pierino Crema e i kamikaze Tosto e Cerrato, a oggi i più isolati. In questa composita geografia si dovrà trovare innanzitutto il presidente della Sala Rossa che molto difficilmente potrà essere Conticelli.  

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