ECONOMIA DOMESTICA

La cooperazione ha i numeri per fare sistema

Cifre alla mano, per il presidente di Legacoop Buzio è arrivato il momento di aprire un dialogo tra tutte le istituzioni, i corpi intermedi e le realtà economiche per creare sinergie da cui far nascere il Piemonte del futuro. Lo Russo: "È un'idea di società"

Sono 477 le cooperative aderenti a Legacoop Piemonte, di queste 441 con sede legale nella regione, mentre 36 sono quelle con sede legale fuori regione ma che operano stabilmente in Piemonte. Sono invece 770mila i soci e 30mila gli addetti. Il valore della produzione delle cooperative aderenti a Legacoop Piemonte supera i 4 miliardi di euro e rappresenta il 3 per cento del Pil regionale. È la fotografia di un'indagine condotta da Legacoop Piemonte da cui emerge che il 70 per cento delle persone occupate nelle cooperative sono donne e 7 lavoratori su 10 hanno meno di 50 anni. Ma solo uno su sette ne ha meno di 30. Infine, l’82 per cento degli addetti hanno un contratto a tempo indeterminato.

“L’indagine  dimostra che le nostre cooperative sono imprese solide e che per dimensioni e capacità possono collaborare con gli altri attori sul territorio nei  processi di innovazione e sviluppo che sono fondamentali per permettere a Torino e al Piemonte la ripresa dopo la crisi pandemica”, ha sottolineato presidente di Legacoop Piemonte Dimitri Buzio che ha aggiunto: “Vogliamo  aprire un dialogo con tutte le istituzioni, gli altri corpi intermedi e le realtà economiche della nostra regione per creare quelle sinergie da cui può nascere il Piemonte del futuro. Augurandoci anche una burocrazia che accompagni la ripresa permettendo tempi rapidi per gli investimenti”. Piemonte, cooperative e sistema “sono le tre parole che tracciano il filo conduttore del nostro operare. I numeri illustrati – ha proseguito Buzio – confermano non solo il valore economico della cooperazione di Legacoop Piemonte, ma anche la sua valenza positiva per la società in cui opera e per i territori in cui è fortemente radicata. Non contano solo le cifre, ma anche la qualità, principio per cui quelle imprese che praticano dumping sociale e contrattuale o applicano logiche di massimo ribasso non appartengono al nostro sistema che è aperto e inclusivo sì, ma con chi rispetta le regole”, ha concluso.

“Ci tenevo che il mio primo intervento pubblico fosse col mondo della cooperazione. La cooperazione non è solo economia ma è un’idea di società”, ha affermato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo che, significativamente, ha scelto proprio l’appuntamento di Legacoop al Circolo del Design per la sua prima uscita pubblica. “Sviluppo e solidarietà sociale sono gli elementi a cui dobbiamo orientare il nostro impegno nei prossimi anni – ha sottolineato il primo cittadino –, anni importanti, di grandi sfide. Siamo alla fase di partenza di un periodo che sarà caratterizzato da un progetto collettivo che coinvolgerà tutto il territorio” ha aggiunto evidenziando che “il bene collettivo, come il mondo della cooperazione ci insegna, deve essere lo scopo principale della nostra azione”. Per Lo Russo, inoltre, “la cooperazione deve essere un modello per le istituzioni e per le relazioni che dovranno esserci in futuro. Dobbiamo far diventare il nostro agire improntato sempre più da rapporti sinergici, tra pubblico e privato, anche attraverso strumenti innovativi. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di innovare. Abbiamo l'obbligo di dare il massimo per tutta la comunità”.

Un ruolo, quello “sociale”, che la cooperazione intende svolgere anche nell’ambito di interventi urbani di rigenerazione: “Ad esempio – ha spiegato Buzio – abbiamo realizzato progetti importanti di riqualificazione urbana come Spina 3 e ci candidiamo per una partnership tra pubblico e privato per la riqualifica di un luogo simbolo della Resistenza come la caserma di Via Asti. Non contano solo le cifre, ma anche la qualità”.

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