ECONOMIA DOMESTICA

Servono giovani leve in agricoltura. Produzione in calo, prezzi in aumento

In Piemonte le imprese condotte da under 40 anni sono solo il 13,6%. Per assicurare il futuro del settore sarebbero necessarie mille nuove iscrizioni. Gelate e siccità hanno pesato sull'annata agricola. Vendemmia eccellente. Il bilancio di Confagricoltura

L'agricoltura piemontese ha bisogno di giovani. Le imprese condotte da titolari di età inferiore 41 anni sono il 13,6%, vale a dire 5.811, su un totale di 42.652, mentre nel 2010 erano 8.804 su 62.696 (14%): il settore primario, al di là della narrazione, ha uno scarso appeal tra le giovani leve.

I dati sono stati riferiti da Confagricoltura Piemonte, nella tradizionale conferenza stampa di San Martino per la presentazione dei risultati dell'annata agraria: il dato che emerge – fa rilevare l’organizzazione – è che il settore primario regionale, per mantenere stabile il numero di imprese agricole, in costante e progressiva riduzione (nell'arco di un decennio il calo delle attività è stato di oltre 20.000 unità, pari al 32%) avrebbe la necessità di far registrare almeno mille nuove iscrizioni di imprese giovani all'anno. “Per assicurare la competitività e l'internazionalizzazione delle imprese – annota Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – è necessario incentivare il ricambio generazionale, anche per favorire un miglior approccio ai temi ambientali e della sostenibilità.

Dal punto di vista produttivo l’annata 2020-2021 è stata condizionata dallo scorso inverno particolarmente mite, da una primavera con temperature altalenanti e gelate diffuse che hanno causato seri danni ai fruttiferi in particolare, e da un'estate particolarmente siccitosa. Frutta, grano e mais hanno fatto registrare produzioni in sensibile diminuzione: pere -70%, pesche -50%; albicocche -35%; mais -30%. Situazione pesante per il comparto zootecnico, stretto tra ricavi stazionari e forti aumenti dei costi di produzione, dovuti ai rincari delle materie prime (energia, cereali e oleaginose in particolare): a farne le spese sono gli allevatori di polli da carne, galline ovaiole, suini e bovini da carne e da latte.

Una nota positiva: le condizioni climatiche hanno favorito una vendemmia eccellente sotto il profilo qualitativo, anche se con volumi ridotti di circa il 10% rispetto all'annata precedente. In mezzo alle difficoltà del settore primario si tratta di una consolazione non da poco: gli esperti di Confagricoltura assicurano che i vini della vendemmia 2021, in particolare i rossi, reggeranno bene l'affinamento per lunghi anni.

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