In Piemonte si torna ad assumere,
ma alcuni profili sono introvabili
11:24 Venerdì 12 Novembre 2021
Professionisti della formazione, insegnanti, operai metalmeccanici sono solo alcune delle professioni la cui domanda supera di gran lunga l'offerta. Quattro imprese su dieci non riescono a reperire le figure adeguate alle loro necessità. I dati di Unioncamere e Anpal
Cresce la capacità occupazionale in Piemonte ma con essa anche la difficoltà delle imprese di assumere una serie di profili per i quali la domanda è decisamente superiore all’offerta. Professionisti della formazione, insegnanti, operai metalmeccanici sono solo alcuni dei profili più difficili da trovare: mosche bianche per quattro aziende su dieci che lamentano la difficoltà nell’individuare figure professionali adeguate alle loro necessità.
Sono circa 36.780 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per novembre 2021, valore che sale a 107.580 se si considera il trimestre novembre 2021 - gennaio 2022. Si tratta di 51.890 assunzioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e 32.070 in più rispetto a due anni fa, alla vigilia del Covid. Sono i dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che confermano anche per il Piemonte una ripresa post pandemica del tessuto imprenditoriale con una crescita delle esigenze di assunzione, ostacolata da un sempre più elevato mismatch (39%) tra domanda e offerta di lavoro. Secondo Excelsior il fenomeno è imputabile soprattutto a problematiche demografiche e di inefficiente orientamento professionale.
Il 73% delle entrate riguarderà lavoratori dipendenti, il 22% lavoratori somministrati, il 2% collaboratori e il 3% altri lavoratori non alle dipendenze. La domanda di lavoro è trainata dai contratti a tempo determinato (64%), seguiti da quelli a tempo indeterminato (26%) e dai contratti di apprendistato (7%). Gli altri contratti pesano, infine, per il 3%. Dei 36.780 nuovi ingressi, il 13% è costituito da laureati, il 34% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 24% e il 28%.
Sono i servizi a formare, anche se con un peso in diminuzione rispetto alle scorse rilevazioni, la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 59% delle entrate (24.220 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e 10.610 in più rispetto a due anni fa). L’industria programma 43.880 entrate, generando circa il 41% della domanda totale (quota in crescita) e segnando un incremento di 27.670 rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso e di 21.460 rispetto a due anni fa. Nel dettaglio 32.950 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 10.930 quello edile, trainato dal Superbonus.
Tra i servizi si rileva un forte interessamento del comparto dei trasporti, logistica e magazzinaggio, del commercio e dei servizi alle persone. Il 23% delle entrate previste per novembre sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 18% a dirigenti, specialisti e tecnici (quota inferiore alla media nazionale, 19%). Gli operai specializzati e conduttori di impianti genereranno il 39% delle entrate e solo l’11% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici produrranno il 9% delle assunzioni del mese. Tra i nuovi assunti uno su tre ha meno di 30 anni; percentuale che sale al 46% per l’area commerciale e di vendita.
La difficoltà delle imprese a reperire i profili ricercati riguarda il 39% delle entrate previste, con un incremento, rispetto a novembre 2019, di 10 punti percentuali. La mancanza di candidati è la motivazione prevalentemente segnalata dalle imprese (22%), seguita dall’inadeguata preparazione dei candidati (14%).Le professioni più difficili da reperire sono specialisti della formazione e insegnanti (64 aziende su 100), operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori (60 aziende su 100) e Progettisti, ingegneri e professioni assimilate (58 aziende su 100). Per oltre un’azienda su due, infine, appare difficoltoso trovare anche operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili.