CAMPANILE SERA

Asti, Rasero perde pezzi
(grandi manovre al centro)

Mentre il sindaco deve fare i conti con le dimissioni dell'assessore allo Sport Bovino, Italia Viva e Azione lavorano insieme per dar vita a un'area riformista in cui attirare anche pezzi del centrodestra. Pd e M5s in ambasce alla ricerca del candidato

Prima lo scontro al fulmicotone con il presidente dell’Ordine dei medici Claudio Lucia, reo di aver segnalato gli assembramenti ai mercatini di Natale, ora le dimissioni dell’assessore allo Sport Mario Bovino: è un finale d’anno tutt’altro che sereno per il sindaco di Asti Maurizio Rasero che, a pochi mesi dalle elezioni che lo vedranno in corsa per tentare il bis, si ritrova a fare i conti con cattivi presagi. E forse neppure le recenti performance d’immagine – come quella di presentarsi in gonna alla giornata contro la violenza sulle donne – potrebbero bastargli per recuperare un consenso che sembra in preoccupante calo. Bovino parla di una decisione “combattuta e sofferta” e si prepara a recitare un ruolo da battitore libero: il sindaco derubrica il suo passo indietro a questione interna a Forza Italia, ma c’è chi sottolinea i rapporti in ultimo tesi tra i due.

Primo eletto con 440 preferenze, Bovino non è solo un esponente di spicco dei berluscones astigiani, è anche il genero di Aldo Pia, presidente della Cassa di Risparmio di Asti dal 2004 al 2020, già assessore e vicesindaco nell’era della prima repubblica e presidente della Camera di commercio di Asti oltre a un’altra infinita serie di incarichi di cui oggi conserva ancora quello di vicepresidente di Confcommercio Piemonte e componente del consiglio nazionale della medesima organizzazione. Che con le dimissioni di Bovino di fatto un pezzo del potere astigiano stia scaricando il primo cittadino? Difficile da affermare, impossibile, almeno a oggi, da smentire. Rasero dal canto suo abbozza: “Già da qualche giorno mi aveva riferito la sua volontà di lasciare la giunta” dice, prima di sottolineare che “con Bovino c’è sempre stata totale comunanza di vedute”. Nella sua nota di commiato, Bovino ha affermato che Asti “ha grandi potenzialità” e che “ci saranno future occasioni per dimostrarlo insieme”. Parole che lascerebbero presupporre un suo imminente ritorno in campo. Ma al fianco di chi? Si racconta di rapporti difficili con Forza Italia, soprattutto dopo che gli è stata prospettata dal coordinatore provinciale, nonché assessore regionale Marco Gabusi, la possibilità di assumere un incarico di vertice a livello cittadino, ma poi i congressi non si sono mai svolti.

A cosa miri adesso Bovino è difficile da dire, certo è che per Rasero i fronti aperti iniziano a essere tanti anche (anzi, soprattutto) con gli alleati. Mentre il presidente della Provincia Paolo Lanfranco (Lega) non perde occasione per attaccarlo, il suo vice Marcello Coppo ha fatto sondare il suo gradimento tra gli astigiani e sarebbe rimasto anche piuttosto lusingato dall’esito. Che stia studiando anche lui da sindaco? Chissà.

Da destra a sinistra dove la confusione regna sovrana. Mentre Rasero perde pezzi, il Pd è in ambasce, fatica a stringere accordi con gli alleati e a trovare candidati forti attorno ai quali aggregare consenso in vista delle elezioni. “Stanno cercando il Papa Nero” dice chi li osserva da lontano. Si era parlato del giornalista Rai in pensione, Carlo Cerrato e di Francesco Scalfari, direttore del polo universitario Astiss. Entrambi però non sono interessati o si scontrano contro una serie di niet. E così il Pd si è rifugiato su candidature “fatte in casa” come quella del segretario Michele Miravalle o di Roberto Vercelli, già finite risucchiate in un vortice di veti. Se il Pd si arroccasse sui suoi, il Movimento 5 stelle potrebbe fare lo stesso, ributtando nella mischia Massimo Cerruti.

In questo bailamme c’è anche chi lavora alla suggestione di un polo centrista, lo stesso di cui da settimane parla Matteo Renzi. Si tratta infatti di Italia Viva, che ad Asti è capitanata dall’ex consigliera regionale Angela Motta, la quale avrebbe già aperto un canale con Azione, Più Europa e Volt. Un’area che potrebbe estendersi fino ai confini del centrodestra, dove pare che il senatore Massimo Berutti, luogotenente in zona di Coraggio Italia, potrebbe abbracciare l’idea di un polo alternativo a destra e a sinistra. Un cantiere o come si usa dire da altre parti un “laboratorio” che possa essere d’ispirazione ai litigiosi leader romani? Chissà. E magari potrebbe avvicinarsi anche Bovino.

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