EMERGENZA COVID

Bianco Natale, Epifania in giallo.
Ricoveri verso la soglia d'allerta

In Piemonte situazione migliore rispetto a molte altre regioni, ma inevitabile il cambio di colore a gennaio. Più hotspot per i tamponi. Icardi: "Evitare ricoveri per chi può essere curato a casa". Monoclonali, direttiva alle Asl: somministrarli nei Pronto Soccorso

“Se l’andamento dei contagi e dei ricoveri proseguirà nell’aumento costante in atto ormai da giorni, a gennaio il Piemonte arriverà a superare i livelli di soglia sia per i reparti di rianimazione sia per le ospedalizzazioni che non richiedono la terapia intensiva”. È improntato al realismo lo scenario che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi traccia nello stesso giorno in cui, proprio per limitare quanto più possibile quel superamento delle soglie fissate dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità viene assunta una serie di provvedimenti che vanno dall’incremento e diffusione dell’uso degli anticorpi monoclonali all’ulteriore accelerazione sul fronte vaccinale, passando per un aumento degli hub dove poter fare tamponi. 

Il “se” ipotetico che Icardi pone di fronte ai numeri, che ieri attestavano 1.227 nuovi casi positivi accertati, l’incremento di un posto nelle occupazioni Covid dei letti di terapia intensiva che salgono a 49 e di 31 nei reparti ordinari per un totale di 579, è più formale che sostanziale. Pur essendo messo decisamente meglio di molte altre regioni che nel giro di pochi giorni passeranno dal bianco al giallo, il Piemonte dopo le feste difficilmente potrà evitare il cambio di colore. Anzi al Dirmei – dove ieri pomeriggio si è tenuto il consueto vertice settimanale con parecchie questioni sul tavolo da risolvere in fretta – così come negli ospedali su tutto il territorio si lavora come se il margine di incertezza non esistesse affatto.

Posizione migliore quella del Piemonte, rispetto a buona parte del Paese. Secondo quando si legge nel monitoraggio di Agenas sono otto le regioni e le province autonome che hanno superato la soglia del 10% di occupazione delle terapie intensive. Si va dal Trentino, dove il tasso di occupazione è schizzato al 20%, proseguendo con Calabria, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, provincia di Bolzano e Veneto. Proprio il Trentino, insieme alla Liguria, è la maggior candidata al cambio di colore già a partire dal prossimo lunedì. Pure il Veneto potrebbe essere accomunato nel giro di pochi giorni dallo stesso destino. “Dobbiamo agire su tutti i fronti per evitare che gli ospedali debbano ridurre ulteriormente le prestazioni non Covid, pesando sulle altre patologie e frenando il non facile recupero delle liste d’attesa”, spiega Icardi guardando a ciò che, salvo una decisa quanto improbabile inversione di tendenza, capiterà tra un mese quando l’ingresso in zona gialla imporrà l’obbligo della mascherina per tutti anche all’aperto.

Tra i provvedimenti decisi nel vertice al Dirmei di ieri, al quale ha preso parte oltre a Icardi anche il presidente della Regione Alberto Cirio, c’è il potenziamento dei centri dove si fanno i tamponi. “Per fronteggiare l’incremento della domanda di test  dovuta alla crescita della circolazione del virus e al sovrapporsi dell’influenza tradizionale abbiamo dato disposizione alla aziende sanitarie di potenziare al massimo la rete degli hotspot”, spiega Pietro Presti, consulente strategico della Regione.

Un ruolo importante per ridurre i ricoveri per Covid dovrebbero giocarlo le terapie domiciliari e, in particolare, una maggiore utilizzo degli anticorpi monoclonali. Il protocollo destinato alle Asl è pronto e firmato dai responsabili dei vari settori coinvolti. Il provvedimento raccomanda alle aziende sanitarie “di attivare presso ogni Pronto Soccorso la possibilità di effettuare in sede la prescrivibilità e la somministrazione della terapia”. Per stare nei tempi stretti previsti per garantire l’efficacia di questa cura, è stabilito che il servizio sia garantito almeno 6 giorni su 7. Semplificate e velocizzate anche le procedure. A individuare i soggetti, al di sopra dei 12 anni, sintomatici e positivi (condizione che può essere accertata anche con tampone rapido) saranno, oltre ai medici di famiglia e i pediatri, anche i medici delle Usca, quelli del Pronto Soccorso e dei reparti per i pazienti ricoverati.

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