EMERGENZA COVID

I contagi crescono, ma si fanno ancora troppo pochi tamponi

In Piemonte meno della metà dei test rispetto a molte altre regioni. Adesso si corre ai ripari chiedendo agli ospedali di rafforzare la rete degli hotspot. Scarseggia il personale. L'aumento dei casi e la prospettiva della zona gialla impongono un cambio di passo

Servono più tamponi, in Piemonte se ne fanno meno di quanto la situazione richiederebbe. Messa così, sembrerebbe essere tornati indietro di quasi due anni, quando la scarsità di test insieme alla conseguente difficoltà di tracciamento avevano segnato negativamente per mesi i primi mesi dell’emergenza.

Per fortuna, o meglio grazie ai vaccini, oggi il quadro è profondamente diverso proprio incominciando dai numeri, ma ciò non toglie che i tamponi eseguiti negli hotspot non bastano e con l’aumentare dei contagi e dei ricoveri occorra recuperare in fretta il terreno perduto riducendo i centri dover sottoporsi ai test, privilegiando giustamente la campagna vaccinale e dedicando parte del personale alla riduzione di un problema molto importante come quello delle liste d’attesa. 

Però, adesso con la concreta prospettiva di passare in zona gialla appena dopo le festività e gli ospedali che registrano una crescita costante dei ricoveri, di tamponi bisogna farne di più, molti di più. E non bastano i moltissimi che ogni giorno vengono fatti nelle farmacie a chi continua a rifiutare il vaccino, nonostante l’istituzione del Super Green Pass. A fronte del Veneto, regione con suppergiù un numero di abitanti simile a quello del Piemonte, il cui ultimo bollettino attestava fossero stati fatti 25.696 test molecolari e 120.271 antigenici, sul territorio piemontese l’altro ieri risultavano 50.228 tamponi dei quali appena 5.184 molecolari.

“Una misera quantità – attacca il Pd con i consiglieri regionali Domenico Rossi e Daniele Valle ponendo in dubbio l’attendibilità dei dati dei contagi sui quali viene classificato il rischio epidemiologico – se pensiamo che un anno e mezzo fa la giunta annunciava una capacità di 20mila tamponi molecolari al giorno, mai raggiunta nei fatti”. La conferma della necessità di aumentare di molto il numero dei test, come sollecitato pochi giorni fa dalle rappresentanze dei medici di famiglia e dei pediatri, arriva inequivocabile con la richiesta avanzata dall’Unità di Crisi agli ospedali, specialmente i più grandi, di potenziare al massimo la rete degli hotspot. 

“La potenzialità dei laboratori è e resta altissima”, assicura l’assessore delegato a questo settore Matteo Marnati, rispondendo indirettamente alle accuse del Pd. “La differenza, rispetto ad altre regioni, è la scelta di fare molti più tamponi rapidi rispetto ai molecolari”, osserva Marnati. Sia come sia, i numeri assoluti restano molto più bassi rispetto, come detto al Veneto, ma anche dell’Emilia-Romagna, solo per citarne alcuni casi. 

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