POLITICA & GIUSTIZIA

Inchiesta sulle elezioni metropolitane, indagato il sindaco di Moncalieri

Avvisi di garanzia per Montagna, il consigliere regionale Sarno e il candidato Costantino. L'accusa è di tentata concussione. Ennesima tegola giudiziaria sul primo cittadino del Pd, già accusato di falso

A poche ore dall’apertura dei seggi, la magistratura accende un faro sulle elezioni del Consiglio della Città metropolitana, in programma domani. Il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna, ha ricevuto oggi un avviso di garanzia da parte della Procura di Torino: gli inquirenti sospettano che attraverso indicazioni di voto si sia voluto “controllare” il comportamento degli elettori che, com’è noto, sono gli eletti (sindaci e consiglieri) nei 312 Comuni dell’ex Provincia. Con lui destinatari della comunicazione giudiziaria anche il consigliere regionale del Pd Diego Sarno (ed ex assessore di Nichelino) e il consigliere comunale di Moncalieri Silvano Costantino. Tutto ruoterebbe proprio attorno a quest'ultimo, candidato nella lista del centrosinistra “Città di città” e fedelissimo del primo cittadino.

“L’inchiesta nasce da un esposto anonimo e riguarda ciò che sarebbe avvenuto in una riunione di maggioranza lo scorso 18 novembre, riunione a cui partecipano i consiglieri comunali della maggioranza e i membri della giunta – riferisce Montagna, che si dice “amareggiato”, assicurando l’intenzione di chiarire “ogni aspetto della vicenda di fronte alla magistratura” –. In quell’occasione abbiamo parlato di progetti per Moncalieri, della variazione di bilancio e delle elezioni della città metropolitana. Tutto alla luce del sole, nella massima condivisione. Secondo chi mi accusa avrei prospettato ripercussioni per chi non avesse votato il candidato del nostro territorio. Il reato contestatomi è di tentata concussione”. “In quella riunione, abbiamo parlato della candidatura di Silvano Costantino al Consiglio Metropolitano – ricorda il sindaco di Moncalieri –. Una candidatura condivisa dal territorio su cui ho chiesto un voto di fiducia e di appartenenza al nostro progetto. Le minacce non fanno parte del mio modo di agire e di pensare. Non rinuncerò mai, invece, a sostenere con determinazione le mie e le nostre idee. Mettendoci la faccia, come sempre”.

Secondo la ricostruzione di alcuni presenti alla riunione del 18 novembre, cui ha partecipato anche il consigliere regionale Sarno, Montagna avrebbe dato indicazioni su “come” votare per marcare la provenienza del voto: i consiglieri di Moncalieri avrebbero dovuto aggiungere al cognome di Costantino pure la S puntata del nome, quelli di Nichelino solo il cognome. Secondo gli inquirenti, un elemento di pressione in più per individuare chi si fosse sottratto ai dettami.

Per Montagna si tratta di una nuova tegola giudiziaria dopo il procedimento in cui è indagato per falso. Secondo l'accusa, infatti, il sindaco avrebbe ingannato il giudice sottraendosi alle ore di messa alla prova ottenute a sua volta per uscire un altro processo, quello in cui era imputato per il reato di accesso abusivo al sistema informatico delle forze dell’ordine in quanto aveva chiesto a una funzionaria del Comune di Torino di controllare i precedenti penali di un cittadino. Montagna aveva ottenuto la messa in prova da scontarsi nella protezione civile della sua città e che lo avrebbe portato all'estinzione del reato. Secondo il pm Gianfranco Colace, però, non avrebbe mai prestato questo servizio facendo il sindaco nelle ore che invece avrebbe dovuto passare a fare volontariato.

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