SPORT & POLITICA

Atp Finals, Lo Russo va all'attacco

Riunione del Comitato di gestione a Palazzo Civico. Il sindaco vuole chiarezza dalla Federtennis su come vengono spesi i contributi del Comune (1,8 milioni) e invoca le dimissioni dell'ex assessore Sacco, nominato da Appendino. Il triplo ruolo di Damilano

Ha aspettato che si spegnessero i riflettori del Pala Alpitour e che venisse archiviato l’esordio delle Atp Finals, poi Stefano Lo Russo è passato all’attacco. Solo un gentlemen agreement ha fatto sì che il neo sindaco di Torino osservasse da spettatore la prima edizione della prestigiosa kermesse internazionale, nonostante fosse stato da poco eletto e quindi automaticamente a capo del Comitato organizzatore, ora però intende voltare pagina e giocare la partita in prima persona. Oggi, durante la riunione del Comitato di gestione ha deciso di scoprire le carte almeno su due fronti. Il primo è quello finanziario, il secondo riguarda la rappresentanza di Palazzo Civico all’interno dell’organismo che gestisce dal punto di vista operativo l’evento. Sullo sfondo un intreccio di rapporti e relazioni tra sport e politica dal momento che Chiara Appendino, ex sindaco che ha il merito di aver portato le Finals nel capoluogo, è anche il braccio destro di Angelo Binaghi nella Federazione italiana tennis, mentre Lo Russo ha recentemente stretto un asse con il presidente del Coni Giovanni Malagò, acerrimo avversario di Binaghi.

Il primo set del confronto si è giocato su un terreno sul quale Lo Russo, quando guidava l’opposizione in Sala Rossa, impose alla giunta la modifica dello Statuto per assicurarsi che il presidente del Comitato organizzatore fosse il sindaco pro tempore della Città. L’incontro si è svolto a Palazzo Civico dove in un clima ovattato e cordiale il primo cittadino ha subito posto, senza girarci troppo intorno, il tema della presenza di Alberto Sacco nel Comitato. Era stato nominato dalla prima cittadina grillina come rappresentante del Comune, mentre la Regione ha designato Paolo Damilano: insomma l’assessore contro il quale Lo Russo capo dell’opposizione aveva rivolto molte delle sue attenzioni e nientemeno che il suo diretto avversario in campagna elettorale. Una situazione a tratti surreale anche perché finora Sacco, pur manifestando a terzi la sua disponibilità di dimettersi, si è ben guardato dal fare un passo indietro, rimettendo – come si fa in questi casi – il suo mandato nelle mani del nuovo sindaco. “O lascia lui o lo revoco” pare abbia dichiarato Lo Russo di fronte a Simone Valente, ex sottosegretario grillino allo Sport, in rappresentanza del Governo, e all’avvocato Fabrizio Tropiano, delegato della Federtennis (assente, per la Regione Fabrizio Ricca che, appena uscito dal Covid, non aveva ancora il green pass per entrare a Palazzo Civico). Resta sospesa, invece, la posizione di Damilano che attualmente è consigliere comunale, sponsor dell’evento e rappresentante della Regione nel Comitato di gestione. Da piazza Castello al momento non c’è alcuna intenzione di sollevare l’imprenditore dall’incarico.

A causare qualche sgranata d’occhi c’è stata poi un’altra richiesta del primo cittadino: quella di avere i bilanci della manifestazione, anche a fronte di un contributo annuale di 1,8 milioni che arriva dalle casse del Comune. Richiesta su cui è allineata anche la Camera di Commercio, che dal suo canto garantisce qualche centinaio di euro alla rassegna. Richiesta che, almeno a parole, ha trovato piena condivisione sia nei revisori dei conti sia nell’avvocato Tropiano della Fit.

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