ECONOMIA DOMESTICA

Pnrr, Torino corre "da pazzi" per spendere 233 milioni

Un pacco di soldi in arrivo: 113 milioni per il capoluogo e 121 milioni per i 152 comuni che fanno parte della Città metropolitana. Per presentare i progetti c’è tempo sino al 16 marzo. Il sindaco Lo Russo illustra criteri e modalità

I fondi per la rigenerazione urbana del Pnrr che arriveranno sulla Città metropolitana di Torino hanno ora dei tempi precisi. Si tratta di 233 milioni di fondi, della cui gestione a livello governativo si occupa il ministero dell’Interno. Lo ha annunciato questa mattina, al termine della giunta, il sindaco Stefano Lo Russo, che ha presentato criteri e scadenze che impegneranno giunta e Comuni della cintura fino al 16 marzo, quando le progettualità elaborate sul territorio saranno trasmesse al Governo. Il sindaco ha spiegato che i fondi potranno servire per interventi su biblioteche civiche, uffici del Comune, il presidio del territorio pubblico, sport, cultura, giovani e microhousing. E poi iniziative immateriali, ad esempio col Terzo settore per interventi sociali a bassa soglia e gestione dei senza fissa dimora.

“Sto pubblicando il decreto con cui verranno ripartite le risorse della missione 5 del Pnrr, assegnate alla Città Metropolitana. Si tratta di risorse destinate alla rigenerazione urbana”, ha premesso Lo Russo. Risorse distribuite in virtù dei criteri stabiliti dal decreto che ha ripartito le risorse nelle 14 Città metropolitane d’Italia, usando l’indice di vulnerabilità sociale, il Ivsm, “un indice statistico dell’Istat”, ha spiegato il primo cittadino: “Torino ha un indice elevato, sopra il 98”. Per essere ammissibili al finanziamento, il valore dell’indice di vulnerabilità sociale dovrà essere superiore al valore di 97,61. I fondi saranno così ripartiti: 113 milioni alla Città di Torino, 120 milioni e mezzo ai comuni esterni al capoluogo. Un riparto “basato sulla proporzionalità di popolazione”. I comuni che potenzialmente possono accedere al finanziamento sono 152, per un totale di oltre un milione e settecento mila abitanti. Gli altri 159 Comuni (con popolazione di circa 700mila residenti) potranno accedere ai fondi solo consorziandosi con Comuni che hanno un indice superiore alla soglia Ivsm decisa dal Governo. Il taglio minimo dei progetti da presentare al ministero dell’Interno è di 50 milioni di euro, ma il sindaco ha già annunciato che per quanto riguarda il Comune di Torino sarà presentato un unico progetto.

L’intera progettualità dei 234 milioni andrà in inoltrata entro il 16 di marzo. Tempi stretti, “che ci hanno costretto a individuare le seguenti fasi: la fase 1 si chiuderà il 26 gennaio, entro la prossima settimana Comuni e consorzi di Comuni dovranno far arrivare alla Città metropolitana una pre-proposta”. I sindaci si organizzeranno tra di loro, perché dovranno consorziarsi per presentare una proposta. I criteri di organizzazione dei Comuni della cintura potranno essere sia “geografici che tematici, lo scopriremo nelle prossime 48-72 ore. Non c’è il criterio dei Comuni confinanti” per consorziarsi tra di loro, “ma ragionevolmente è quello che avverrà”. Ci sarà poi una fase di interlocuzione, ha proseguito Lo Russo, “con una commissione nominata dal direttore generale Filippo Dani che chiederà le integrazioni necessarie ai proponenti, che dovranno inviare l’intero dossier entro il 22 febbraio”. Tutto questo per consentire alla Città metropolitana “di confezionare il progetto e trasmetterlo entro il 16 di marzo al ministero dell’Interno”. Assessori e Comuni sono già al lavoro, e Lo Russo ha parlato di “enorme lavoro in corso”, per il quale “stiamo correndo come dei pazzi”. Chi “dirige il traffico è la coerenza tematica, i parametri: le soglie del Vsm e la soglia dimensionale dei progetti”, ha poi riassunto Lo Russo, il cui coordinamento è in capo alla vicesindaca Michela Favaro.

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