EMERGENZA COVID

Il picco (e il peggio) è passato

Prosegue il calo dei contagi e scendono anche i ricoveri. Resta ancora alto il numero dei decessi (l'ultimo dato a diminuire). L'infettivologo Di Perri: "Vediamo un orizzonte più sereno. Presto il vaccino Omicron". Improbabile il ritorno di varianti più aggressive

Il peggio è passato? “Probabilmente sì, tutto ce lo fa supporre”. È un ottimismo misurato, ma fondato su numeri ed evidenze, quello di Giovanni Di Perri, direttore di Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia. I contagi stanno segnando una decisa regressione in tutte le regioni, eccetto la Sardegna, e il tasso di positività registrato in Piemonte è tra i più bassi d’Italia con una diminuzione nel giro di una settimana di oltre il 17%; l’Rt da oltre una decina di giorni è sotto l’1 e l’incidenza, seppur ancora alta è in calo ormai da giorni, così come scende la pressione sugli ospedali con l’occupazione delle terapie intensive sotto il 20 per cento.

Professore i dati indicano una discesa dal picco, che a quanto pare ha impiegato meno del previsto ad essere raggiunto. C’è una ragione particolare?
“Omicron ci ha messo meno ad arrivare al picco, perché siamo riusciti a contrastarla meno e come noto è decisamente più diffusiva. Quindi essendo meno capace delle altre varianti di determinare malattia e anche per il fatto che siamo forse la popolazione più immunizzata d’Europa in questo momento dovremmo assistere a una discesa dal picco”.

Dire che stiamo uscendo dall’incubo è troppo?
“Per dire che stiamo uscendo da tutto è ancora presto. Ci sono ancora milioni di persone non vaccinate, tra tre mesi ci sarà un’immunità vaccinale ridotta rispetto ad oggi, però è possibile prevedere che ci verranno in soccorso sostanzialmente due fattori. Uno è dato dal fatto che Omicron è meno capace di provocare malattie, l’altro è che se vengono confermati gli annunci avremo un vaccino Omicron entro la fine di marzo. La Pfizer ha incominciato quattro giorni fa uno studio su soggetti tra 18 e 55 anni, mi auguro che non venga chiesto di riprocessare tutto e che valga il fatto che il vaccino è lo stesso e solo modificato, così da abbreviare i tempi”.

Dovremo vaccinarci tutti?
“Alla lunga sarà per tutti”.

Insomma, abbiamo davanti un orizzonte più sereno?
“Sì, ma un orizzonte che contempla, vigilanza, vaccinazioni, essere pronti a usare terapie in fase precoce. Non è certo un abbandono delle attività, anzi un’intensificazione, ma con strumenti che un anno fa ci sognavamo”.

Lei crede che le misure attuali, partendo dal Geen Pass saranno destinate ad attenuarsi presto?
“Direi che andremo verso un’attenuazione, anche il clima aiuterà. Questa è una variante che per diventare ancor più contagiosa ha modificato un po’ se stessa diventando meno virulenta”.

Esiste il rischio di un ripresentarsi di varianti più pericolose?
“Un ritorno a varianti più virulente teoricamente può succedere ma sarebbe un fatto controevoluzionistico. Il virus sta bene tra di noi se non crea troppi problemi”. 

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