EMERGENZA SANITARIA

Screening tumorali dimezzati, l'effetto collaterale del Covid

I dati dell'assessorato alla Sanità del Piemonte: il 2020 l'anno nero della prevenzione, ma negli ultimi dodici mesi le visite sono riprese regolarmente. Aglietta (Rete Oncologica): "Potrebbe esserci un aumento, seppur moderato, delle malattie neoplastiche"

È un effetto collaterale del Covid su cui I medici avevano messo in allerta già durante la prima ondata. La pressione sugli ospedali dei malati di coronavirus ha limitato gran parte delle attività ordinarie a partire da quelle di prevenzione. In particolare, nel 2020 si sono dimezzati gli screening tumorali secondo i dati forniti dall’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte in occasione del World Cancer Day. “Purtroppo i tumori rappresentano la seconda causa di morte della nostra popolazione” ha premesso l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.

Se il 2020 è stato l’anno nero della prevenzione, il 2021 ha visto una ripresa delle attività di diagnostica precoce. Per quanto riguarda il tumore al seno, dai 176.130 screening del 2019 si passa ai 97.723 del 2020, un calo del 45%. Nel 2021 invece c’è stata un’accelerazione con 186.770 visite eseguite. Valori simili si sono osservati per il tumore al collo dell’utero, dove gli screening nel 2019 erano stati 159.541 e nell’anno successivo appena 70.801, oltre il 55% in meno, con un recupero nel 2021 quando sono stati effettuati  130.827 screening (-18% rispetto al 2019).

Che effetti porterà questa riduzione? Secondo il professor Massimo Aglietta, nuovo coordinatore della Rete oncologica del Piemonte e della Val d’Aosta, “è chiaro che un’interruzione dell’attività di screening ritarda la diagnosi su alcuni tumori”, ma “quanto questo impatterà nelle diagnosi dei prossimi anni nessuno lo sa con precisione, sono in corso stime in tutto il mondo”. “Credo che visto il livello della riduzione dell’attività, significativo ma non drammatico, avremo un aumento ma non un’esplosione delle malattie neoplastiche, perché stiamo recuperando rapidamente la diagnostica di routine. Le statistiche ci diranno di un qualche aumento del 2023 e 2024, ma spero sia una curva al limite del visibile” ha concluso Aglietta.

“L’analisi degli ultimi tre anni di attività dimostra che anche durante la pandemia, la riduzione delle cure per l’oncologia complessivamente si attesta a un -20% per le prestazioni meno urgenti” stima Icardi, che ha sottolineato la necessità di recuperare al massimo sulla prevenzione: “Le sospensioni che sono state necessarie saranno recuperate con un articolato piano di riduzione delle liste d’attesa, per cui abbiamo formato una commissione ad hoc, che ha dato ad ogni azienda un programma e una metodologia per ridurre al massimo i tempi d'attesa, e per dare a coloro che sono in attesa delle risposte”. “Se i numeri della pandemia continuano a scendere ci sarà un incremento notevole” degli screening, ha proseguito Icardi, “anche grazie a fondi ministeriali stanziati ad hoc”.

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