Zitti, il nemico ci ascolta

Dicono che… molti abbiano colto nelle parole di Riccardo Molinari al direttivo regionale un certo disagio per come Matteo Salvini ha gestito la partita del Quirinale. È forse la prima volta che il numero uno del Carroccio in Piemonte e capogruppo alla Camera, da sempre considerato un “fedelissimo” del Capitano, mostra qualche cedimento alla cieca ubbidienza al capo. Per il resto la riunione è stata la solita esibizione muscolare dell’orgoglio di partito, con dosi da cavallo di vittimismo: una sindrome dell’accerchiamento in cui a fare la parte dei cattivi sono alleati (specialmente Fratelli d’Italia) e “giornali online” additati da alcuni tirapiedi di Molinari come responsabili di un “vile attacco”. E così, mentre molti manifestavano preoccupazioni sulla situazione politica e gli sviluppi futuri, certuni erano impegnati a scongiurare possibili fughe di notizie. “Siamo tutti connessi?”, è stata la domanda d’inizio della riunione. “Anche lo Spiffero”, ha aggiunto celiando un giannizzero. E noi lì, a prenderli ancora sul serio.

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