CAPITALISMO MUNICIPALE

Iren, Lo Russo veste Armani. Rendez-vous sulla governance

L'ad fa visita al sindaco di Torino in vista del rinnovo degli organi. Secondo insider interni alla società, il manager se rimane (ambisce a Snam o Saipem) prediligerebbe una soluzione interna. Mica quel Bergesio già in corsa con Appendino?

L’annunciata accelerazione delle manovre per il rinnovo dei vertici di Iren oggi segna un importante passaggio, sia pure tenuto lontano dai riflettori. Non c’è dubbio che l’incontro avvenuto appena dopo pranzo a Palazzo di Città tra il sindaco Stefano Lo Russo e l’amministratore delegato del colosso dell’energia Gianni Armani, di cui il Comune di Torino è uno dei principali azionisti, va oltre la semplice visita di cortesia.

Basta dare un’occhiata all’agenda e vedere che venerdì è in programma la riunione del patto di sindacato e, sfogliando il calendario, non ci vuole molto ad arrivare al 30 giugno, data fissata per l’assemblea e il rinnovo del board. preceduta come da statuto da almeno due mesi prima dalla presentazione delle liste. Insomma, i tempi si stringono. In questo contesto va inserito e letto l’incontro odierno nel quale sindaco e amministratore delegato avrebbero affrontati i possibili scenari che, a seconda dei casi, potrebbero vedere o meno ancora in campo lo stesso manager e, proprio da questa variabile potrebbe dipendere a sua volta anche la scelta del nuovo presidente che spetta al Comune di Torino.

Le voci di un possibile abbandono da parte di Armani si rincorrono da un po’ di tempo e vengono legate alla prossima infornata di nomine governative, tra cui quella di amministratore delegato di Snam, poltrona alla quale il manager ambirebbe, peraltro con buone chance (oppure in subordine quella di numero uno di Saipem). Questa prospettiva, tutta da verificare nella sua possibile concretizzazione, non impedisce certamente al manager di preparare il terreno nell’eventualità di una sua permanenza al comando operativo della multiutility, dove ha costruito un buon rapporto con un altro dei soci importanti, il sindaco di Genova Marco Bucci, mentre a dispetto delle previsioni e della sua provenienza dagli ambienti dell’ex ministro Graziano Delrio ci sarebbe meno feeling con il reggiano Luca Vecchi.

Con quello di Torino, invece, il manager non avrebbe rinunciato a “suggerire” la nomina alla presidenza di un interno, evitando di cercare al di fuori degli alti ranghi del gruppo il successore di Renato Boero, dato già con gli scatoloni in preparazione. Un suggerimento che portebbe a Giuseppe Bergesio, attuale ceo di Iren Energia, con un passato in Aem. Un nome da tempo sulla cresta dell’onda: quando si trattò di liquidare Paolo Peveraro uno dei due profili su cui l’allora sindaco Chiara Appendino   meditò la scelta era proprio quello di Bergesio. Poi la grillina optò per Boero. Lo stesso Bergesio aveva dirottato le sue ambizioni alla carica di direttore generale della società nella prospettiva – costruita da Maurizio Irrera, gran consigliori dell’allora prima cittadina pentastellata – di una perdita di Torino della poltrona di presidente.

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