LA SACRA RUOTA

Stellantis, che ne fai di Mirafiori?
Cirio ora chiede lumi a Tavares

Il governatore piemontese bussa alla porta del gran capo del gruppo. Una mossa per stanare i vertici alla vigilia della presentazione ad Amsterdam del piano industriale. Poca fiducia nel tavolo nazionale: potrebbe finire come la gigafactory

Mentre tutti gli occhi sono puntati su Amsterdam, dove domani sarà presentato il piano industriale di Stellantis, sperando che arrivino notizie confortanti circa il destino degli stabilimenti italiani, anche la politica prende l’iniziativa di fronte alle ingognite che dai tempi della nascita del gruppo perdurano su capacità produttiva e occupazione. È di queste ore la notizia, filtrata da piazza Castello, che Alberto Cirio ha chiesto un appuntamento urgente a Carlos Tavares, ceo del gruppo e vero capo dell’azienda. Argomento? Il futuro dell’automotive in Piemonte, la transizione elettrica, gli investimenti che il gruppo è disposto a fare nella regione. Se il sindaco di Torino Stefano Lo Russo aveva incontrato John Elkann – in verità, più che altro una visita di cortesia dopo l’avvenuta elezione – diversa è l’iniziativa assunta in modo autonomo dal governatore.

Attraverso una triangolazione con Bruxelles, dove può sfruttare ancora relazioni importanti, Cirio ha ottenuto un contatto con Tavares, al quale chiederà con franchezza quali siano i progetti su Torino e la sua area metropolitana, cercando di anticipare le possibili contromosse del gruppo, a partire dagli incentivi che è in grado di mettere in campo il Piemonte per preservare e, se possibile, addirittura incrementare la presenza di Stellantis nel capoluogo. Del resto, i segnali di preoccupazione non mancano. All’indomani della fusione tra Fca e Psa, Tavares aveva sottolineato come “la produzione negli impianti italiani costi il doppio che altrove”: non esattamente parole incoraggianti.

E per contro ci sono poi da comprendere le strategie del governo italiano riguardo l’automotive. Cirio sembra essere piuttosto guardingo sulla reale efficacia del tavolo nazionale, soprattutto dopo la decisione di installare la gigafactory a Termoli, in Molise, frustrando le aspettative iemontesi. “È importante capire il ruolo di Torino e del Piemonte nelle dinamiche industriali che il governo ha in mente. È un tema che più volte abbiamo sollecitato e segnalato per avere un’indicazione chiara” ha detto il governatore durante il suo intervento all’assemblea nazionale della Fiom “Safety car”, che si è svolta la scorsa settimana a Torino.

Di qui la decisione di Cirio di muoversi in fretta, disposto anche – qualora dovessere registrare un atteggiamento evasivo del suo interlocutore – ad aprire un fronte con l’azienda. Una data per l’incontro ancora non è stata fissata, ma fonti aziendali assicurano che sarà messa in agenda a breve, probabilmente a Parigi dov’è il quartier generale di Tavares. Domani qualche indicazione potrebbe arrivare a margine della presentazione del piano: “Mostreremo che il gruppo esprime molto più valore di quello che emerge dalla sua capitalizzazione. Siamo sulla strada giusta per diventare una vera tech company” ha spiegato Tavares alla vigilia dell’appuntamento, forte dell’accordo appena sottoscritto con Foxconn sui semiconduttori mentre sta per varare una massiccia operazione di ingresso nel mercato cinese. Insomma, l’azienda è in espansione il titolo in Borsa ed ha ampi margini di crescita. Non resta da capire se in questo colosso ci sarà ancora spazio per Torino e il Piemonte. E questo è il tema della missione di Cirio.

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