LA GUERRA ALLE PORTE

Arrivano i primi profughi ucraini

Sono due donne e i loro tre figli, appena approdate a Borgosesia. Nei giorni scorsi il sindaco Tiramani aveva aperto le porte della città a chi scappa dalla guerra. Lo seguono a ruota gli altri colleghi della Lega

Ha aperto le porte di Borgosesia ai profughi dell’Ucraina e si è portato dietro tutti i sindaci del suo partito, la Lega, che pure le frontiere le ha sempre volute chiuse. Sono arrivati questa mattina nella cittadina del Vercellese i primi cinque cittadini ucraini, accolti dal sindaco Paolo Tiramani. Si di due donne con i loro bambini: un fratello e una sorella di 11 e 15 anni e un altro ragazzino di 11 anni. I papà sono rimasti in patria a combattere contro l’invasione russa. In questo caso si tratta di un ricongiungimento: le due donne, infatti, sono la figlia e la nuora di una signora che ormai si è stabilita da qualche anno in Valsesia con il marito e che le ospiterà assieme ai figli.

“È stato commovente accogliere in Comune queste persone, di grandissima dignità – dice il sindaco e parlamentare Tiramani – non hanno chiesto nulla di materiale, ma solo un’assistenza per avere quanto prima riconosciuto lo status di rifugiati, l’inserimento dei figli in un percorso scolastico ed eventuali vaccinazioni: il mio vice Bonaccio è già al lavoro per fare i documenti, che garantiranno loro un permesso di soggiorno e la protezione internazionale”.

Le due donne sono fuggite in auto, attraversando l’Ungheria, partendo dalla città di Ivano Frankivsk, dove è stato attaccato dai russi l’aeroporto, che si trova a pochi chilometri dalle loro abitazioni. Hanno portato in salvo i loro figli, mentre i loro uomini sono rimasti in Ucraina a combattere. Sono più di cento i cittadini ucraini che vivono a Borgosesia, un’ottantina risiedono nella vicina Varallo: una comunità “solida e strutturata” come la definisce Tiramani “dalla quale sono già arrivate una decina di richieste di ricongiungimento”.

Un bel po’ di umanità in meno e qualche elemento di malizia e propaganda in più è invece presente nella nota dei sindaci leghisti: “L’Italia non indugi ad accogliere con buonsenso i veri profughi in fuga dall’Ucraina, a partire dalle persone più fragili – donne e bambini –. I sindaci della Lega vivono con preoccupazione l’escalation delle violenze e auspicano che si possa riprendere la via della diplomazia”. E poi la stoccata: “Per anni abbiamo aperto le porte del Paese indistintamente: questo è il momento di accogliere chi veramente ne ha bisogno come giustamente ricordato oggi da Matteo Salvini durante il suo intervento in Senato”.

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