Lo Russo nel bunker

Dicono che… in tempi di guerra vera quello di Stefano Lo Russo a Palazzo civico, in fondo, sia un bunker dorato. Il sindaco di Torino pare trascorra ore e ore asserragliato in ufficio, perennemente in riunione con la sua prima linea “rosa”, il noto gineceo composto dalla city manager Alessandra Cimadom, dalla segretaria generale Rosa Iovinella e dal capo di gabinetto Valentina Campana. Altro che girare per la città con la sediolina come aveva promesso ai torinesi che così l’hanno conosciuto in campagna elettorale. Da quando è stato eletto passa quasi tutto il suo tempo tra vertici e “dossier”, come li chiama lui, mentre a furia di istituire tavoli interassessorili su ogni questione il Comune sembra ormai un mobilificio. A rompere il solito tran tran qualche puntatina nella capitale, come quella in agenda i prossimi 6 e 7 marzo: una serie di appuntamenti con i ministri Dario Franceschini, Luigi Di Maio e Daniele Franco, con il quale è in programma un pranzo di lavoro. Missione in cui, a quanto si mormora ai tavolini dei bar di piazza del Municipio, il primo cittadino sarà scortato dalla Campana.

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