OPERE & OMISSIONI

"Stupinigi rinascerà", parola di Cirio

Escluso dal bando dei borghi su indicazione del ministero, il complesso juvarriano alle porte di Torino sarà "una seconda Venaria". Dal fondo nazionale per i grandi progetti arriveranno 10 milioni, altrettanti li metterà la Regione attraverso i Fesr

Costretto a pensare in piccolo, ma deciso nel non rinunciare al grande. Alberto Cirio non disconosce la sua prima scelta di Stupinigi per investire i 20 milioni del Pnrr poi dirottati sul minuscolo borgo di Elva e la sua suggestiva strada del Vallone che attraversa un pezzo della Val Maira. 

“Avevamo fatto già un delibera per proporre la Palazzina di Caccia e il suo complesso come progetto bandiera al ministero del Beni Culturali”, ricorda il governatore. Ma proprio dal dicastero retto da Dario Franceschini lesto arrivò l’avvertimento: “Rischiate di veder bocciata la vostra proposta”. Obtorto collo e con la concreta eventualità di passare per il presidente della Regione che vede sfumare un bel po’ di soldi, Cirio ha ripiegato in montagna, ma come annuncia senza rinunciare a fare quel che avrebbe voluto con i soldi del Piano di ripresa e resilienza. “Faremo di Stupinigi una seconda Venaria. I venti milioni li metteremo, la metà come Regione con i fondi Fesr e l’altra metà ci è stata assicurata dal ministro Franceschini”.

Proprio lì nel ministero di via del Collegio Romano e nei più stretti collaboratori dell’ultimo erede dei vecchi dorotei bisogna partire per ricostruire una vicenda segnata, guarda caso si parla di Franceschini, dal compromesso. 

Poco dopo l’arrivo a Roma della bozza della candidatura di Stupinigi, piccola Versailles per l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio e luogo che nulla ha invidiare ai castelli della Loira per il governatore, dagli uffici del ministero parte il messaggio diretto a quelli della Regione. “Ci potremmo però trovare nella difficoltà di giustificare un finanziamento concesso ad un complesso monumentale residenza Sabauda e i suoi relativi annessi, che hanno sicuramente una rilevanza culturale di estrema importanza, ma che – scrivono i dirigenti dei Beni Culturali – non sembrano coerenti con le finalità della Linea di azione A finalizzata al rilancio economico e sociale di borghi disabitati o comunque caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono per i quali si preveda un progetto di recupero e rigenerazione che integra le politiche di salvaguardia e riqualificazione dei piccoli insediamenti storici con le esigenze di rivitalizzazione e rifunzionalizzazione degli stessi”.

Tanta solerzia dalla burocrazia ministeriale non può che stupire, ma non può non lasciare indifferenti rispetto a quello che appare più di un suggerimento. “Qualora la proposta della Regione Piemonte, benché non respinta, fosse, tuttavia, ritenuta poco coerente con le finalità dell’intervento, probabilmente – si ipotizza nella comunicazione – la Regione si troverebbe in una condizione di difficoltà, non avendo più il tempo necessario per individuare un nuovo borgo e definire una nuova proposta, ove ritenesse opportuno prendere in considerazione le valutazioni del comitato tecnico”.

In piazza Castello e in assessorato si rizzano le antenne e, intanto, si sussurra che il rapido intervento del ministero coincida, non si sa quanto incidentalmente, con le critiche mosse alla scelta di Stupinigi da parte di Uncem, l’associazione dei comuni montani con cui avrebbero fatto sponda alcuni parlamentari del Pd torinesi insieme a un’esponente del consiglio regionale dello stesso partito, molto vicini a Franceschini, contrari a un’intestazione da parte della Regione governata dal centrodestra di un progetto come quello immaginato per il complesso sabaudo.

Sta di fatto che Cirio ci mette poco a capire che una bocciatura, paventata nel massaggio, non è rischio da correre. Il boccone è amaro, ma va ingoiato e facendo di necessità virtù, e il presidente manda a Roma l’alternativa. Elva con la sua strada del Vallone, di cui il governatore ha appena promesso la risistemazione per poterla riaprire, è il progetto con più chance tra i poco meno di venti arrivati dai borghi piemontesi. 

Stupinigi non viene accantonato, tutt’altro. Dal Piemonte si rilancia a Franceschini, strappando più di mezza promessa di uno stanziamento di circa 10 milioni dallo specifico fondo ministeriale dedicato ai grandi progetti. Il resto, per arrivare alla stessa cifra sfumata dal Pnrr, lo si reperirà dai fondi europei Fesr. A giugno il progetto, predisposto di comune accordo con il sindaco metropolitano Stefano Lo Russo, verrà messo a punto con un dettagliato cronoprogramma. Cirio, lo dice chiaramente, il suo quinquennio alla guida della Regione vuole concludere con il progetto avviato per fare di Stupinigi una seconda Venaria, sulle orme di un suo predecessore, Enzo Ghigo, che proprio della Reggia è stato l’artefice del recupero.