LA SACRA RUOTA

Stellantis rimandata a settembre

All'incontro con il ceo Tavares Cirio e Lo Russo sciorinano nel dettaglio tutto ciò che Regione e Comune possono offrire, dai soldi alle varianti urbanistiche. Ora spetta all'azienda dimostrare il reale interesse per Torino. "Tra cinque mesi faremo il punto"

Per ora a prendere degli impegni sono stati la Regione Piemonte e il Comune di Torino. Nell’atteso vertice al Centro stile di Mirafiori che si è svolto questa sera con l’amministratore delegato Carlos Tavares e il presidente John Elkann (collegato da remoto perché in isolamento a causa del Covid), Alberto Cirio e Stefano Lo Russo hanno ribadito le potenzialità di un territorio che non è solo storia ma anche attualità. E per farlo hanno descritto nel dettaglio tutto ciò che sono disposti a fare per convincere Stellantis a investire di nuovo su Torino. Il governatore ha messo sul piatto i fondi Fesr, milioni di euro che l’Europa destina allo sviluppo regionale, Lo Russo è pronto a rivoluzionare il piano regolatore della città: “Svilupperemo immediatamente una pianificazione territoriale e urbanistica condivisa che rafforzi il piano di sviluppo industriale”. Tradotto: con tutte le aree dismesse di quello che era il primo stabilimento produttivo d’Europa, Stellantis potrà farci più o meno quello che vuole. Qualche anno fa le istituzioni pubbliche se le comprarono con l’operazione Tne, questa volta forse basterà modificarne la destinazione d’uso.

“Nei prossimi dieci anni, da regione marginale d’Italia, il Piemonte diventerà cuore d’Europa perché qui s’intersecano la Kiev-Lisbona e la Genova-Rotterdam” dice Cirio secondo cui la logistica è un altro dei punti di forza di questo territorio. In questo settore la Regione intende investire e lo ha dimostrato con il piano per il potenziamento dell’autoporto Sito. Insomma, progetti concreti non la solita fuffa sulla gloriosa storia della sacra ruota in quella che è stata la One company town. Ora però la palla passa ai vertici dell’azienda che dovranno decidere se e come tradurre cotanta disponibilità in progetti capaci di ridare centralità a Torino.  

Con un “approccio pragmatico” Cirio e Lo Russo hanno dato forma alle tre “S” di cui proprio il presidente della Regione aveva parlato alla vigilia di questo incontro: Storia, Scienza e Soldi (in un primo tempo questa terza era “Serietà”). Nelle pieghe di una lunga nota, l’interesse di Tavares per quanto ascoltato in un’ora e mezza circa di confronto, l’amministratore delegato definisce “decisivo” il “sostegno” delle istituzioni torinesi e certo questo può diventare quantomeno un punto di partenza, ma per il momento non è andato oltre. E forse non era lecito attendersi molto di più.

L’azienda si è limita a ribadire gli impegni presi al tavolo del Mise: “Torino sarà l’unica casa della Fiat 500 e sarà il centro di competenza ingegneristico internazionale per l’elettrificazione. La nuova piattaforma elettrificata dedicata a Maserati permetterà di produrre, tra il 2022 e il 2024, le nuove GranTurismo e GranCabrio ma soprattutto la Nuova Quattroporte” si legge nella nota diffusa dopo il vertice.

L’impegno è di tornare a fare il punto a settembre. A quel punto Stellantis dovrebbe finalmente dire, anche a fronte delle novità emerse, cosa intende davvero fare di Torino. Non potrà più limitarsi a dire che il capoluogo piemonte “è centrale”. Lo diceva già dieci anni fa, quando si chiamava Fiat e quando gli operai di Mirafiori erano tre volte quelli di adesso.

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