EGEMONIA CULTURALE

Cultura, la destra tenta il golpe al Circolo dei Lettori

Manovre sotterranee per sostituire l'attuale presidente Biino con l'avvocato Commodo, esponente di rango dell'Opus Dei e consigliori di alcuni politici piemontesi. Ma molti in Regione sono pronti a sbarrargli la strada. E anche Cirio non è convinto

Produce cultura, come si legge sul sito, ma adesso rischia involontariamente di produrre anche tensioni e imbarazzi. Sul prestigioso Palazzo Graneri della Roccia gravano nubi che potrebbero minacciare tempesta anche se trattandosi del Circolo dei Lettori, istituzione-cenacolo di prestigio, pure le questioni più spinose sono avvolte da una certa aura di cautela e riguardo. A dar retta ad alcuni spifferi sarebbero in corso manovre per accelerare il passaggio di testimone alla presidenza della fondazione creata per volontà della Regione all’epoca guidata da Mercedes Bresso con assessore alla Cultura Gianni Oliva

L’attuale presidente, il notaio Giulio Biino è in corsa per guidare nel prossimo triennio il Consiglio nazionale del notariato e questo potrebbe preludere, con molta probabilità, a un abbandono della poltrona di via Bogino dove si è seduto per la prima volta nel 2018 designato dal centrosinistra di Sergio Chiamparino. Eventualità che, non a caso, sta già agitando le acque. Soprattutto perché pronto a prenderne il posto ci sarebbe sull’uscio Stefano Commodo, avvocato di fama ma anche noto esponente della destra torinese, che si troverebbe a dover condividere la guida della fondazione con l’attuale direttrice, Elena Loewenthal, scrittrice, figura di alto profilo culturale, prima dei non eletti per il centrosinistra (con +Europa) in Consiglio regionale dove pareva destinata a entrare al posto di Chiamparino, qualora l’ex governatore avesse dato seguito al proposito di lasciare lo scranno.

Fondatore e socio di uno degli studi più prestigiosi in tema di diritto civile, del lavoro e societario con sede anche a New York dove tratta importanti class action, Commodo non è solo un illustre professionista. È anche un membro di alto livello dell’Opus Dei e figura della destra che nella sua lussuosa abitazione in centro non nasconde l’Opera Omnia di Benito Mussolini, così come mai ha nascosto il suo orientamento politico. Alla nascita del Pdl a Commodo toccò il compito di dar vita a una sorta di Stati Generali del centrodestra piemontese, elaborando una carta dei valori e definendo percorsi programmatici di una coalizione allora come oggi frastagliata e in perenne carestia di idee. Una mole di lavoro che i partiti guardarono con sospetto e che comunque mai utilizzarono.

A spingerlo verso la presidenza del Circolo dei Lettori ci sono ambienti torinesi, ma anche romani. Come non di rado accade la paternità di questa “segnalazione” non è del tutto chiara, eppure i segnali in tale senso sono arrivati con una certa intensità in Regione, dove subito non hanno mancato di provocare opinioni contrastanti all’interno della stessa maggioranza di centrodestra. Scontato il sostegno di Fratelli d’Italia con il suo assessore Maurizio Marrone e alcuni parlamentari habitué delle iniziative organizzate dal Centro Studi San Carlo da lui presieduto, meno scontato ma non meno intenso quello della parte più destrorsa della Lega. Una candidatura, quella del membro della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, la potentissima istituzione avvolta da una riservatezza e dalla rete di relazioni che nulla hanno da invidiare alla laica Massoneria, arrivata ben chiara all’assessore alla Cultura Vittoria Poggio che avrebbe subito informato Alberto Cirio. L’ipotesi Commodo ha lasciato più che titubante il governatore, il quale per la successione di Biino vorrebbe una figura di alto profilo, ma non etichettabile politicamente, un po’ come è accaduto per il Castello di Rivoli con Francesca Lavazza, o con Michele Briamonte per la Reggia di Venaria.

Istituzione di grande visibilità e di grandi relazioni, ma anche partner importante del Salone del Libro, il Circolo dei Lettori resta un posto ambìto e si comprende come a suggerire e portare avanti il nome dell’avvocato Commodo si muovano ambienti che vanno oltre non solo la cinta daziaria, ma anche oltre i confini regionali. Movimenti che hanno messo in allerta non pochi esponenti della giunta. Ma c’è un non detto, non per questo poco rilevante, nella linea che il governatore pare voler tenere nella nomina del successore di Biino: non rispondere a un’egemonia politico-culturale, come quella che per molti anni ha segnato anche la fondazione di Palazzo Ganeri, con una speculare di segno opposto.

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